Il Brasile banna ufficialmente Telegram: ecco cos’è accaduto

Pavel Durov difende a spada tratta la sua creatura, Telegram, dai ban e dalle accuse di vario genere che stanno arrivando da vari Paesi. L’ultimo episodio ha visto protagonista il servizio di messaggistica basato su Cloud e il Brasile, che ha bannato l’app (anche se per pochi giorni).

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Telegram, ecco la vicenda brasiliana – Adobe Stock

In realtà il ban vero e proprio è durato appena un paio di giorni, ma tanto è bastato affinché Durov reagisse in maniera molto decisa e determinata nei confronti del provvedimento del tribunale brasiliano.

Il motivo del contendere sembra siano state alcune email che la Corte Suprema del Brasile avrebbe mandato a Telegram senza ricevere risposta. Motivo per cui, dopo del tempo passato senza avere risposte di alcun genere, il tribunale sudamericano ha bannato l’app di messaggistica di Pavel Durov.

Telegram, il ban in Brasile e la replica di Durov

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Telegram – Adobe Stock

Ma ecco come sono andate le cose. Secondo quanto riportato da Durov sul suo canale ufficiale di Telegram, la Corte Suprema del Brasile aveva inviato a Telegram una serie di mail con le quali chiedeva di rimuovere dei contenuti inappropriati. Ma queste mail non hanno mai avuto risposta, ragion per cui dopo un po’ di tempo la Corte Suprema ha bannato Telegram.

Dopo soli due giorni, il ban è stato tolto. Questo perché Durov ha fatto presente che le mail inviate a Telegram sono state indirizzate a una serie di indirizzi obsoleti, che Telegram non usa più, e quindi questo è stato il solo motivo della presunta negligenza.

Risolto il problema, ossia viste le mail e tolto il contenuto “incriminato”, il ban è stato prontamente tolto. Durov ha anche tenuto a rilasciare una dichiarazione ufficiale a proposito della vicenda.

Sembra che abbiamo avuto un problema con le e-mail tra i nostri indirizzi aziendali di telegram.org e la Corte Suprema brasiliana. A seguito di questo errore di comunicazione, la Corte ha deciso di vietare Telegram per non aver risposto. A nome del nostro team, mi scuso con la Corte Suprema brasiliana per la nostra negligenza. Avremmo sicuramente potuto fare un lavoro migliore”.

Con queste parole Durov ha aperto la sua dichiarazione, aggiungendo poi: “Poiché decine di milioni di brasiliani si affidano a Telegram per comunicare con familiari, amici e colleghi, chiedo alla Corte di prendere in considerazione la possibilità di posticipare di qualche giorno la sua sentenza a sua discrezione per permetterci di porre rimedio alla situazione nominando un rappresentante in Brasile e istituendo un quadro per reagire a problemi urgenti futuri come questo in modo rapido”.

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