Intel sta investendo in Europa per creare una filiera dalla ricerca alla vendita, creando un’alternativa al predominio asiatico dei semiconduttori. Anche l’Italia beneficerà di questi investimenti, con tutte le positive ricadute occupazionali.
La decisione della multinazionale americana dell’elettronica Intel di investire 80 miliardi di euro nell’Europa continentale in un decennio porta nuove speranze di lavoro a migliaia di persone e mette il continente in una posizione migliore sulla scacchiera internazionale per la produzione di chip.
La decisione ha anche importanti implicazioni per l’industria automobilistica, poiché diversi hub vicini ai produttori possono ridurre i costi logistici. L’effetto complessivo segna una drammatica accelerazione delle capacità tecnologiche in Italia, creando migliaia di posti di lavoro qualificati.
I piani di Intel annunciati ieri prevedono un investimento di 80 miliardi di euro in 10 anni per assicurarsi la proprietà europea del l’intera catena di ricerca, produzione e confezionamento dei semiconduttori.
Gli investimenti di Intel saranno destinati a ciascun Paese rilevante. A Magdeburgo, in Germania, 17 miliardi di euro saranno utilizzati per raddoppiare la fonderia esistente e ottenere il semiconduttore più piccolo di sempre entro il 2027.
In Italia, 4,5 miliardi di dollari saranno investiti in impianti di confezionamento di semiconduttori, che porteranno a 1.500 posti di lavoro diretti e altri 3.500 nella filiera. Lo stabilimento irlandese di Leixlip raddoppierà con una spesa di 12 miliardi di dollari.
Il dipartimento di ricerca e sviluppo sarà gestito in Francia e verrà istituito un nuovo centro di gestione a Plateau de Saclay, che darà lavoro a circa 1.000 persone. Magdeburgo avrà due stabilimenti nuovi di zecca: sarà quello che il CEO di Intel Pat Gelsinger definisce con orgoglio un nodo di silicio, con filiali in altri cinque paesi europei, tra cui l’Italia, e sta attualmente lavorando. Il sito è in fase di negoziazione e sarà ospitare un impianto di confezionamento di semiconduttori.
La fabbrica sarà operativa tra il 2025 e il 2027, con Intel che si concentrerà su questa infrastruttura per l’assemblaggio finale di chip e microchip, questo lo renderà unico in Europa. In questo modo il vecchio continente potrà tornare ad essere protagonista in un settore cruciale per le nuove sfide di domani.
Per quanto riguarda l’Italia, due possibili località potrebbero essere Torino e Catania. Questi investimenti della multinazionale americana quindi potranno avere positive cadute a livello occupazionale e su tutto l’indotto.
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