Un asteroide ha colpito la Terra negli scorsi giorni e nessuno se ne è accorto se non poco prima dell’arrivo sul nostro pianeta. Fortunatamente si è trattato di un corpo celeste di piccole dimensioni, di conseguenza non ha creato alcun danno, ma l’evento resta per certi versi inquietanti in quanto fa sorgere numerosi dubbi e svariate domande sulla tenuta dei nostri sistemi anti asteroide: se il masso fosse stato più grande cosa sarebbe successo?
L’impatto sulla Terra è avvenuto lo scorso 11 marzo 2022, e l’asteroide è bruciato in caduta sull’Oceano Artico, a sud ovest dell’isola norvegese di Jan Mayen. E’ entrato nella nostra atmosfera ad una velocità di circa 18 chilometri al secondo, e l’oggetto ha avuto un diametro di circa due metri. Ad individuarlo è stato l’astronomo Krisztián Sárneczky della stazione Piszkéstető dell’Osservatorio Konkoly in Ungheria, e si tratta, come spiegato da Wired, del “quinto asteroide individuato prima dell’impatto fino ad oggi”.
I precedenti quattro asteroidi rilevati poco prima dell’impatto erano stati 008 TC3, dal diametro di circa 4 metri e che è esploso con un’energia fino a 2.100 tonnellate di TNT; 2014 AA, a 3 metri e fino a 1.000 tonnellate di TNT; 2018 LA, a 3 metri e 400 tonnellate di TNT; e 2019 MO a 6 metri e 6.000 tonnellate di TNT. Se da una parte, come detto sopra, l’evento appare preoccupante, dall’altra invece ci fa capire come i nostri sistemi siano in grado di intercettare asteroidi sempre più piccoli, di dimensioni ridotte, prima che entrino nella nostra atmosfera. E dopo la segnalazione della caduta sarà scattata la caccia da parte dei cosiddetti “cacciatori di asteroidi”, coloro che vagano per il mondo alla ricerca appunto di queste pietre preziose, così come di comete o di qualsiasi altra cosa ricaduta sulla Terra dallo spazio che ci circonda.
In Italia uno dei più famosi è senza dubbio Luca Conversi, responsabile del NEOCC, il centro dell’agenzia spaziale europea a Frascati, che recentemente era stato intervistato da The Breakfast Club: “Il film mi ha divertito – il riferimento a Don’t Look Up, pellicola Netflix con Leonardo di Capri e Jennifer Lawrence, che narra appunto dell’impatto di un gigantesco asteroide con la Terra – esistono situazioni di quel tipo anche se la probabilità è molto bassa. La cosa non veritiera è che i nostri dati non siano pubblici: nella realtà appena facciamo una scoperta, in 24 ore è pubblicato tutto sul nostro sito. Sul nostro sito c’è la risk page dove elenchiamo i circa 1.300 asteroidi che ad oggi conosciamo e che da qui a cento anni potrebbero colpire la terra, ma non c’è niente di pericoloso. Nel 2004 è stato scoperto un NEO (asteroide vicino alla terra) abbastanza grande e si pensava che avesse una probabilità d’impatto molto alta, del 2%, nel 2029. Nel corso degli anni la probabilità si è azzerata ma al suo passaggio ci sfiorerà. Diverse migliaia di tonnellate di sassolini cadono ogni anno nell’atmosfera. Di fireball invece, che sono un po’ più grandi, generalmente ne cade uno l’anno. Il caso interessante è un asteroide che è stato scoperto da poco, di 70 metri di diametro. Aveva una probabilità su 3000 di impattare ma per fortuna con nuovi calcoli abbiamo visto che non c’è più rischio. La possibilità come in ‘Don’t look up’ che spunti una cometa pericolosa per la terra c’è, ma è davvero molto bassa”. Se anche voi siete affascinati dal mondo degli asteroidi, ecco alcuni libri a tema in vendita su Amazon davvero interessanti.
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