La neuroriabilitazione si avvale della robotica cognitiva per aumentare ed ampliare le capacità ed i risultati delle neuroscienze applicate alla riabilitazione di pazienti che ne hanno bisogno. In questo senso il progetto in corso d’opera vede coinvolte due realtà molto attive in questo settore che proprio in queste settimane stanno facendo parlare di loro.
Si tratta dell’Istituto Santa Lucia di Roma, primo Irccs italiano in fatto di ricerca nelle neuroscienze, e Oversonic, un’azienda italiana che ha sede nel Nord del Paese, sia in Brianza che in Trentino, i cui esperti hanno realizzato dei robot umanoidi cognitivi destinati all’industria e alla sanità.
Come riportato dall’autorevole sito de La Repubblica, Oversonic ha dunque dotato l’istituto Fondazione Santa Lucia di RoBee, il robot cognitivo che aiuta fattivamente i pazienti alla neuroriabilitazione con ottimi risultati.
RoBee è stato realizzato in joint venture tra le due realtà italiane
Il progetto RoBee è di fatto una joint venture tra i “cervelloni” di Oversonic e della Fondazione Santa Lucia di Roma: entrambe le realtà infatti metteranno a disposizione 12 ingegneri per quanto riguarda Oversonic e 12 specialisti nella riabilitazione da parte di Fondazione Santa Lucia.
In questo senso, il Team così composto effettuerà un percorso lavorativo/scientifico che produrrà come risultato finale l’integrazione totale di RoBee nell’operatività ospedaliera. Robot che non soltanto saranno in grado di effettuare riabilitazioni meccaniche ma che, nel loro essere “cognitivi” avranno la facoltà di interpretare l’ambiente circostante e soprattutto di capire emozioni e reazioni dei pazienti per poter eseguire poi le mansioni più adatte al singolo scopo.
I “compiti” di RoBee al Santa Lucia, secondo questo percorso scientifico, si tradurrà in vari obiettivi di ricerca tra cui l’affiancamento, nel piano della neuroriabilitazione, di neuropsicologi e logopedisti in sessioni di neuroriabilitazione cognitiva per persone colpite da ictus cerebrale. A questo scopo svilupperà dunque esercizi dedicati per l’attenzione, il recupero della memoria, del linguaggio e di varie funzioni esecutive.
Il fine ultimo dell’attività di RoBee sarà poi anche quello di aiutare il paziente a tornare, dopo l’avvento di malattie che potenzialmente sono invalidanti sia sotto l’aspetto motorio che cognitivo, ad avere una vita che sia il più possibile autonoma.
RoBee poi sarà dotato di una sorta di intelligenza intuitiva che gli permetterà di essere di supporto agli OSS (operatori sanitari) in mansioni all’apparenza semplici come la rilevazione dei parametri vitali l’interazione verbale e la segnalazione di eventuali emergenze che occorressero al paziente.