Il Garante della Privacy sta lavorando ad un nuovo modulo online che possono compilare le vittime di revenge porn: ricevuta la segnalazione, l’Authority ha esattamente 48 ore per ordinare la cancellazione dal web di foto e video a carattere sessuale diffusi senza il consenso. Vediamo insieme la novità
Le persone vittime di revenge porn sono persone che si vedono crollare il mondo addosso, senza poter fermare una diffusione che procede di secondo in secondo, troppo difficile da stoppare. Ebbene, a breve avranno una possibilità in più per poter chiedere la rimozione dei contenuti intimi diffusi online senza il loro consenso, e fermare questo ciclo. Il Garante della Privacy sta infatti progettando un modulo ,compilabile totalmente online, attraverso cui ogni persona può chiedere l’intervento dell’Authority entro le 48 ore dalla diffusione . La compilazione del modulo e la segnalazione delle piattaforme su cui sono stati diffusi i contenuti potranno essere fatte da chiunque sopra i quattordici anni o da un un genitore nel caso il figlio non abbia ancora raggiunto l’età e che può intervenire per lui/lei.
Come anticipato dal Sole 24 Ore in un articolo, il Garante si sta così adeguando a quanto previsto dal decreto legge 139 del 2021 che tra le altre cose aveva conquistato proprio i poteri dell’Autorità nei confronti del reato di revenge porn, troppo diffuso, fissando anche le nuove soglie anagrafiche da non sorpassare. Una delle novità principali è rappresentata sicuramente dal fatto che con il nuovo modulo di segnalazioni, il Garante dovrà intervenire per far rimuovere video e foto dal web (senza limiti, lo girerà tutto) e dai social su cui sono stati diffusi senza il consenso della vittima.
Al momento esiste un altro modulo scaricabile da questo sito, che però permette all’Authority di intervenire solamente su contenuti intimi diffusi sui social come Facebook e Instagram, con cui nel 2021 se ricordate bene, sono stati stretti accordi per arginare il reato di revenge porn, introdotto all’interno del Codice penale nel luglio del 2019 con il nome di Codice Rosso.
Cosa si rischia : multe salatissime
Come si legge all’articolo 613-ter: «Chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000». Il comma due dello stesso articolo evidenzia poi che «la stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento». Se vi siete persi ve lo riassumiamo: siete penalmente punibili anche se semplicemente inoltrate il contenuto.