Tra i progetti per il metaverso, la società Meta del gruppo Facebook, Instagram, WhatsApp ed Oculus annuncia il traduttore simultaneo universale: basato sull’intelligenza artificiale, il progetto di ricerca punta a lanciare in tempi relativamente brevi un sistema di comunicazione che consenta a chiunque nel mondo di conversare in tutte le lingue ancora presenti ed utilizzate sul pianeta.
“La capacità di comunicare con chiunque in qualsiasi linguaggio è un superpotere che le persone sognano da sempre. E l’intelligenza artificiale ci consentirà di farlo già nel corso della nostra vita”.
Parola di Mark Zuckerberg che, durante una presentazione online sui progetti di sviluppo futuri di Meta, ha parlato dell’ambizioso obiettivo di realizzare un sistema di traduzione simultanea universale per il metaverso, attraverso le tecnologie dell’intelligenza artificiale e del machine learning.
Come riportato dall’Azienda, ad oggi ammontano a 4 miliardi le persone nel mondo che parlano lingue considerate come “non prevalenti” sul world wide web, a differenza delle più diffuse come l’Inglese, il Mandarino e lo Spagnolo, che già possono contare su strumenti sempre più sofisticati di traduzione testuale e vocale.
Ed è proprio, in particolare, a quei quattro miliardi di persone che il sistema di Meta intende rivolgersi, per consentire loro di disporre in un futuro assai vicino di una tecnologia in grado di presentare i contenuti del world wide web anche nella loro lingua madre.
Le aree di sviluppo della tecnologia di traduzione
Sono due le aree di sviluppo che Meta prevedere di implementare attraverso la creazione e l’adozione di nuove tecnologie basate sul machine learning e sull’intelligenza artificiale: la prima battezzata “No Language Left Behind”, la seconda “Universal Speech Translator”.
Il No Language Left Behind avrà la caratteristica di imparare le lingue più facilmente e velocemente avvalendosi di minori informazioni e minori esempi sintattici e semantici che definiscono e caratterizzano la lingua da acquisire e da tradurre, proprio grazie alla tecnologia del machine learning.
Lo Universal Speech Translator, invece, punta a costruire sistemi di traduzione in tempo reale senza la necessità di impiegare una componente scritta e testuale come passaggio intermedio tra le lingue.
Opportunità e rischi della nuova tecnologia
Il potenziale della tecnologia immaginata da Meta è senz’altro entusiasmante e l’eventuale – secondo Meta: imminente – abbattimento di barriere linguistiche nelle interazioni veicolate tramite il web spingerebbe l’interconnessione degli abitanti del pianeta verso picchi mai raggiunti prima d’ora.
Non mancano tuttavia perplessità, timori e dubbi: la tecnologia, infatti, rischia criticità soprattutto negli ambiti delle cosiddette “sfumature linguistiche”, che ogni linguaggio possiede in base alla propria cultura di derivazione. Ed anche di possibili – e, ad oggi, ancora numerosissimi, anche nelle tecnologie di traduzione più sofistiche a nostra disposizione – fraintendimenti e veri e propri errori semantici.
Tutto ciò potrebbe portare al rischio di confinare l’attività di traduzione sviluppata a mero compendio, opzionale ed aggiuntivo, senz’altro utile per facilitare l’avvio di conversazioni, ma non sufficiente per condurle come se gli interlocutori stessero parlando la stessa lingua madre – che è proprio l’obiettivo di Meta.
Vedremo relativamente presto comunque se il nuovo “superpotere”, come definito da Zuckerberg & Co. – che senz’altro troverebbe larga applicazione anche per la commercializzazione e promozione di prodotti – riuscirà a tradursi in realtà.