Firenze nel mirino degli hacker e dei pirati digitali: sono migliaia i crimini commessi tramite il web a danno dei fiorentini e vanno dalla clonazione della carta di credito al furto d’identità, da violazioni della privacy di ogni genere ad eventi di cyberbullismo. Ecco lo studio elaborato da Ipsos.
In occasione della diciannovesima edizione del Safer Internet Day, il magazine online Changes Unipol ha reso nota una ricerca elaborata dal gruppo Ipsos sulle violazioni digitali che maggiormente vengono effettuate lungo lo Stivale, analizzando un campione nazionale della popolazione compresa tra le eta di 16 e 74 anni.
I crimini emersi come i maggiormente percepiti riguardano il furto d’identità, in testa secondo il 64% degli intervistati, la clonazione della carta di credito, al 59%, il cyberbullismo, al 49%, e la violazione della privacy, al 45%.
Assai grave anche la percezione riguardo al furto ed all’utilizzo di fotografie di bambini per motivi inerenti o riconducibili alla pedofilia, considerato dal 44% del campione di utenti coinvolti come crimine ricorrente.
Le città d’Italia più colpite dai cyber-attacchi
Lo studio evidenzia che la media tra le città metropolitane italiane di utenti colpiti dagli attacchi è pari al 23% del campione coinvolto, ovvero di quasi un navigatore su 4, con picchi che raggiungono il 30% nella città di Firenze.
Sono proprio i fiorentini, infatti, a risultare i più vessati, e gli attacchi si ripartiscono per la maggior parte tra gli utenti della fascia di età 16-26 anni, seguita dalle fascie 27-40, 41-56 ed infine i cosiddetti “Baby Boomers” tra i 57 ed i 74 anni di età.
Degna di nota anche la città Torino, dove gli attacchi sono ripartiti nello stesso modo di Firenze e del resto d’Italia, con il 15% dei suoi abitanti ad aver subito violazioni personalmente o ai danni di un membro del proprio nucleo famigliare.
Generazione Z e Millennials i più colpiti
E’ dunque la fascia d’età dei giovani e dei giovani adulti, tra i 16 ed i 40 anni, a risultare la più esposta nonché la più colpita da questo tipo di attività fraudolente perpetrate tramite il web.
Oltre la metà del campione intervistato ha dichiarato di applicare metodi di protezione da molti considerati alla stregua del modello “fai-da-te”, ad esempio fornendo solo dati personali obbligatori e limitando o non divulgando affatto immagini di minori.
E’ auspicabile, tuttavia, tanto che l’infrastruttura informatica del nostro Paese investa con sempre maggior vigore sull’implementazione di sistemi di sicurezza, quanto che famiglie e scuole non esitino ad investire sull’educazione digitale di bambini e adolescenti. Nonché, all’occorrenza, a segnalare tempestivamente le violazioni alla Polizia Postale ed agli organi competenti.