Tornare a vedere grazie a un occhio bionico? Per un po’ è stato possibile, grazie alla Second Sight, la compagnia specializzata nella creazioni di protesi oculari, ma oggi sembra che queste protesi non siano più supportate, e centinaia di persone che anni fa hanno ricevuto questo tipo di impianto, oggi faticano a trovare supporto.
Second Sight, reduce peraltro da un rischio di fallimento un paio di anni fa, ha smesso di commercializzare nel 2019 la protesi oculare Argus II che è stata impiantata a centinaia di persone e che ora non riescono più a vedere a causa di malfunzionamenti degli impianti, che oltretutto oggi non sono più supportati e non si trova modo di poterli aggiustare.
Secondo IEEE Spectrum, molte persone si sono trovate in difficoltà perché l’impianto ha smesso improvvisamente di funzionare, oppure presenta dei guasti che andrebbero risolti, ma nessuno dalla compagnia è in grado di fornire alcun tipo di supporto.
I problemi finanziari cui è andata incontro Second Sight, la situazione finanziaria disastrosa che ha afflitto la vita della società due anni fa, hanno portato nel tempo la compagnia a smettere di supportare Argus II. Quindi ovviamente chi dovesse rivolgersi all’azienda per una protesi oculare sicuramente non avrebbe questo modello.
Il problema è che al di là della commercializzazione futura dell’impianto, anche chi lo aveva già impiantato non ha più potuto usufruire di alcun tipo di supporto. Perché l’azienda ha limitato all’osso l’assistenza clienti al punto che è praticamente impossibile aiutare tutte le persone che hanno un impianto di questo tipo e in alcuni casi non possono nemmeno sostituire eventuali componenti guaste.
Argus II non è il solo modello di impianto oculare che sta mettendo in difficoltà i clienti: Second Sight infatti ha smesso di supportare anche Orion, un dispositivo che si collega direttamente al cervello e restituisce la vista a chi ha problemi.
Ma purtroppo la crisi finanziaria di Second Sight ha costretto l’azienda a licenziare la maggior parte dei suoi impiegati, e avere poco personale ha portato all’impossibilità di esaudire le richieste di supporto clienti, e anche quelle di riparazione di sostituzione di componenti o di tutto l’impianto inoltrate dai clienti.
I guai di Second Sight hanno causato non pochi problemi anche ai suoi pazienti: uno di questi avrebbe dovuto subire una risonanza magnetica, ma poiché il personale sanitario non è riuscito a mettersi in contatto con l’azienda, non è stato effettuato l’esame. Un’altra persona non vede da un occhio, perché l’impianto non funziona da anni, ma ha preferito tenerlo così per non dover subire un altro intervento.
A breve Second Sight si fonderà con la società biofarmaceutica Nano Precision Medical (NPM) e nessuno dei dirigenti attuali di Second Sight farà parte della dirigenza della nuova società.
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