Uber apre alle criptovalute: per il momento la società ha dichiarato che le intenzioni ci sono, ma non ha ancora ufficializzato una data certa a partire dalla quale l’adozione dei pagamenti in valuta digitale verrà integrata nel sistema. Tutto dipende da commissioni ed impatto ambientale: scopriamo di cosa si tratta.
Dara Khosrowshahi, amministratrice delegata di Uber, non lascia dubbi: “Uber accetterà pagamenti in cryptovalute”, ha dichiarato di recente al colosso newyorkese dei mass media Bloomberg. Quando? “Ad un certo punto”.
Dunque una possibilità senz’altro concreta, o meglio “certa ed assoluta”, sempre secondo la Khosrowshahi, ma forse non proprio così prossima: “Quando il cambio delle commissioni diventerà meno oneroso ed anche meno impattante rispetto all’ambiente, allora ci sbilanceremo verso il mondo delle crypto currencies”.
Un messaggio chiaro ed inequivocabile, quindi: non appena l’operazione potrà essere considerata sostenibile sia in termini di guadagno per la società sia in termini di rispetto dell’ambiente per il pianeta, allora Uber consentirà ad autisti e clienti di utilizzare anche la moneta digitale.
Non solo Uber: gli altri marchi che si sono aperti alle crypto
A partire da Microsoft arrivando a Tesla, sono molti i marchi di prestigio che nel tempo hanno adottato tra i propri metodi di pagamento quello delle criptovalute.
Microsoft, ad esempio, già nel 2014 accettò i Bitcoin per gli acquisti dei propri prodotti, anche se, durante gli anni, spesso si è trovata costretta a fare numerose marce indietro bloccando temporaneamente il servizio, a causa delle “onde” di fluttuazione del valore della moneta che ne hanno di sovente determinato l’instabilità.
Passando per Wikipedia, che aprì ai Bitcoin per le donazioni nello stesso periodo, e poi WordPress e Reddit.
Fino a Tesla, che lo scorso Dicembre annunciò anch’essa l’adozione imminente della moneta in bit, ripensandoci poi poche settimane dopo a seguito di più approfondite riflessioni proprio riguardo alla sostenibilità ambientale dell’operazione e decidendo di aprire per il momento solo ai Dogecoin, limitatamente ad alcuni prodotti sul proprio shop online.
Dunque l’appetito e l’interesse nei confronti delle criptovalute sono senz’altro molto alti e condivisi tra i più importanti gruppi industriali del pianeta, non soltanto nel settore dell’informatica. Ora sta alla criptovaluta dimostrare se sarà in grado di accrescere in stabilità, economicità e sostenibilità ambientale.