Avrà senza dubbio ripercussioni pesanti sul mercato le 6.5 exabyte di memorie a firma Western Digital e Kioxia che sono andate in fumo.
Le due aziende hanno reso noto negli scorsi giorni che sul finire di gennaio si è verificata la contaminazione di un materiale utilizzato nei processi di fabbricazione della memoria 3D NAND (BiCS), e questo ha appunto reso inutilizzabile circa 6.5 exabyte di memorie 3D NAND flash, solitamente usata negli SSD e in moltissimi altri dispositivi elettronici. Il problema, come scrive Hwupgrade.it, ha riguardato in particolare gli impianti giapponesi di Yokkaichi Plant, dislocati rispettivamente nella prefettura di Mie e in quella di Iwate.
IN FUMO 6.5 EXABYTE DI MEMORIE, E I PREZZI AUMENTANO INESORABILMENTE
“Stiamo attuando – ha fatto sapere una nota di Kioxia – le misure necessarie per riportare le strutture al normale stato operativo il più rapidamente possibile. L’azienda non prevede che la spedizione della memoria NAND flash 2D tradizionale ne risentirà e continuerà a fare ogni sforzo per ridurre al minimo l’impatto sui clienti”. Sicuramente una perdita molto pesante, sia per quanto riguarda la disponibilità degli stessi prodotti sul mercato, quanto il loro prezzo, e ciò si verifica in un periodo in cui il mondo della tecnologia, ma non solo, sta attraversando una carenza di materie prime che ha messo in ginocchio di fatto lo stesso mercato. “L’azienda – ha fatto sapere WD – sta lavorando a stretto contatto con il partner della joint venture, Kioxia, per implementare le misure necessarie che riporteranno le strutture al normale stato operativo il più rapidamente possibile”.
E ciò fa chiaramente capire come il problema potrebbe non riguardare “solamente” i 6.5 exabyte di memorie bruciate, ma anche gli impianti per produrre le stesse, che potrebbero essere momentaneamente spenti. Secondo Aaron Rakers, un analista di Wells Fargo, il problema potrebbe riguarda ben 16 exabyte di memorie, circa il 10 per cento della consegna di un trimestre: “I prezzi delle memorie flash aumenteranno di sicuro, dando ulteriore carburante alla tendenza di crescita dei prezzi dei componenti legata allo shortage”, ha spiegato Hideki Yasuda, analista dell’Ace Research Institute. Simile il pensiero degli analisti di TrendForce, secondo cui per il Q2 di quest’anno la crescita dei prezzi delle memorie NAND flash aumenterà del 5/10 per cento, a fronte invece di una previsione iniziale che parlava di un possibile calo di prezzo della stessa cifra. Secondo TrendForce il danno riguarderebbe il 13 per cento del totale dei prodotti delle due aziende per il primo trimestre 2022, che corrisponde a circa il tre per cento della produzione annuale di questi tipi di memorie.