Sempre meno TV e sempre più Internet: questo il trend che continua imperterrito nell’era dei nativi digitali, sovraesposti a interazioni social ed a frequentazioni di siti web fin da giovanissimi. Ed in occasione della “Giornata Nazionale contro il Bullismo ed il Cyberbullismo”, la Polizia di Stato ha fatto il punto della situazione riguardo ai benefici ma, soprattutto, ai rischi connessi.
Su iniziativa del MIUR (il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), lo scorso 7 Febbraio in Italia abbiamo celebrato la giornata nazionale contro il bullismo ed il cyberbullismo, con l’obiettivo di fermarci a riflettere su questo attuale, diffuso e, ahinoi, doloroso fenomeno sociale.
Per capire, intervenire e prevenire dinamiche di aggressione e di violenza verbale, psicologica e fisica, moltissime scuole, associazioni ed enti pubblici e privati dello stivale di sono interrogati sulle cause e sulle conseguenze di un atteggiamento che, negli ultimi anni, ha significativamente contaminato il web, diffondendosi a macchia d’olio tra i canali social, gli strumenti di messaggistica e siti internet di ogni genere.
Per aggrediti e violentati, non sempre è facile chiedere aiuto, uscire allo scoperto e denunciare le forme di abuso e sopruso subite. E ciò vale tanto per gli adulti quanto per i giovani ed i giovanissimi, colti nello stesso modo da un senso di vergogna, di inadeguatezza, di timore nei confronti di un’esposizione dal risultato incerto e voglia di rifugio nell’omertà.
Esistono però strumenti che ci consentono, qualora ci ritrovassimo vittime o testimoni di fenomeni simili, di agire semplicemente e, se lo desideriamo, anche in forma anonima per segnalare reati. Perché di questo si tratta: di reati veri e propri. Come, ad esempio, la app di YouPol della nostra Polizia di Stato.
Cos’è YouPol e come funziona
YouPol è una app disponibile gratuitamente per sistemi Android ed iOS che consente di segnalare vari tipi di reati, tra cui episodi di bullismo, cyberbullismo, violenze domestiche, furti e spacci di sostanze illegali.
L’utente che si trovi ad essere vittima o testimone della vicenda da denunciare, attraverso l’app può inviare immagini, video e messaggi alle forze dell’ordine, in tempo reale, in forma anonima oppure dichiarando le proprie generalità.
Con l’app #Youpol è possibile segnalare anche reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche, anche in forma anonima.
Chi è testimone diretto o indiretto può denunciare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio.#essercisempre
?https://t.co/AoFUKOKZmd— Polizia di Stato (@poliziadistato) January 8, 2021
In automatico, le segnalazioni indicano agli operatori di polizia la posizione da cui viene effettuato l’invio, ma anche in questo caso l’utente può decidere di modificarla manualmente.
Inoltre, a partire da uno dei più recenti aggiornamenti, ora la app consente anche di effettuare una chat istantanea con gli operatori, ricevendo all’occorrenza indicazioni ed istruzioni sul da farsi.
Il messaggio delle forze dell’ordine rivolto ai ragazzi e agli adulti
YouPol, dunque, come ha espresso la polizia tramite un dichiarato ufficiale, è uno “strumento in più per combattere insieme queste forme subdole di prevaricazione”.
E, rivolgendosi in particolar modo ai più giovani, ha poi continuato richiamando la loro attenzione sulla gravità di certi atteggiamenti che possono diventare reati perseguibili per legge: “I ragazzi non sempre prestano le dovute attenzioni e spesso non hanno adeguata consapevolezza di quanto i “dispetti” online, le prese in giro, possano avere effetti dolorosi sugli altri”.
Appellandosi poi agli adulti, ha sottilineaato l’importanza di una corretta ed attenta attività di accompagnamento, di educazione e di sensibilizzazione riguardo alle numerose minacce veicolate tramite il web ed il rischio che vengano prese sotto gamba: “È importante che comprendano la natura dei gruppi di messaggistica di cui entrano a far parte, ed anche la natura delle foto e dei filmati che ci si scambia. E’ essenziale che sappiano che chiunque contribuisca a diffondere immagini sessuali e di violenza che riguardano bambini e ragazzi minorenni, commette un reato”.