Ha compiuto un anno il mitico furetto clonato, il simpatico Elizabeth Ann, animaletto che venne “realizzato in laboratorio” dodici mesi orsono, e che attirò ovviamente la curiosità e l’interesse delle comunità scientifiche mondiali.
La clonazione è stata usata più volte in campo scientifico e non solo, e se l’animale primo di questa categoria è stata la famosa pecora Dolly, un anno fa alla famiglia, ancora poco nutrita, si è unito appunto un simpatico furetto dai piedi neri. Si tratta di una specie a rischio estinzione di conseguenza si è deciso appunto di clonarlo in laboratorio di modo da evitare che vada persa per sempre.
ELIZABETH ANN, IL FURETTO CLONATO COMPIE UN ANNO
«Senza una quantità adeguata di diversità genetica, una specie diventa spesso più suscettibile a malattie e anomalie genetiche – affermarono tramite una nota i ricercatori dell’organizzazione no profit americana Revive & Restore un anno fa di questi tempi – la genomica ha rivelato il valore genetico che Willa potrebbe portare alla sua specie», aveva aggiunto Ryan Phelan, direttore esecutivo dell’organizzazione di conservazione Revive & Restore, coinvolta nel progetto. «Ma è stato un impegno vedere questa specie sopravvivere fino al successo della nascita di Elizabeth Ann. Vederla stare bene inaugura una nuova era per la sua specie e per le specie dipendenti dalla conservazione ovunque. È una vittoria per la biodiversità e per il salvataggio genetico». Il progetto del furetto clonato ha avuto senza dubbio successo, in quanto pochi giorni fa ha compiuto un anno di vita. L’esemplare che è stato clonato era morto trentacinque anni fa: dalle cellule dello stesso, come ricorda Tecnologia.Libero.it, i ricercatori hanno clonato quindi un nuovo furetto chiamato poi Elizabeth Ann. L’obiettivo dei ricercatori, ovviamente non è solo quello di clonare lo stesso furetto, ma in particolare che lo stesso animale si riproducesse, di modo da ridare “vita” alla specie, senza ricorrere ad un’ulteriore clonazione.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Science e l’accoppiamento dovrebbe avvenire con quei pochi furetti selvatici ancora in circolazione, così da rinforzarne il patrimonio genetico. Visto che il furetto dai piedi neri è in via di estinzione, i ricercatori hanno dovuto chiedere tutte le autorizzazioni necessarie per procedere all’accoppiamento, ma i nuovi cuccioli dovrebbero permettere di consolidare in maniera importante questa specie. La speranza, ovviamente, è che la missione possa andare a buon fine e nel contempo, che tale tecnica possa fare da apripista a molte altre specie in via di estinzione e che potrebbero così sopravvivere nonostante al momento siano di soli pochi esemplari.