Calma, un passo alla volta. Il prossimo 8 marzo sarà un mini svolta epocale per i cittadini italiani, un’altra tappa molto importante per quella rivoluzione del digitale terrestre che si dovrebbe completare con lo switch di fine anno al DVB-T2.
DVB-T2 e non DVB-T3 come qualcuno sta dicendo in giro. Sì, perché la televisione italiana sta guardando avanti, non troppo però. In mente ci deve essere soltanto il Digital Video Broadcasting, Second Generation Terrestrial.
E’ lo standard di ultima generazione per le trasmissioni sulla piattaforma digitale terrestre del consorzio europeo DVB. Non ce ne sono altri, per il momento. Solo e soltanto il DVB-T2, che consentirà una un miglioramento della qualità visiva e dell’alta definizione e il rilascio delle frequenze in banda 694-790 MHz, la cosiddetta “banda 700”, per i servizi mobili 5G.
Digitale Terrestre, come funzionerà dall’8 marzo in poi. In mente solo il DVB-T2
Sul web sono in tanti ad asserire qualcosa che in un futuro ipotetico potrebbe anche esserci, ma per ora non è neanche pensato. Qualsiasi annuncio legato a questo tanto fantomatico quanto inesistente standard, che per ora non esiste né è in cantiere, o è una bufala o una possibile truffa.
C’è solo e soltanto il DVB-T2, che fra l’altro deve essere ancora ottimizzato a dovere. Per questo, al fine di agevolare la migrazione tecnica di un’ampia parte della popolazione verso il nuovo standard, bisogna prima pensare alla completa dismissione dell’attuale standard trasmissivo e di codifica.
Un passaggio chiave nella corsa all’unica DVB-T2 che entrerà nella case degli italiani, ma anche in quelle di tutti i paesi dell’Unione Europea, sarà proprio quello dell’8 marzo. Una data nella quale verrà attualizzato il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 21 dicembre 2021, con l’attivazione in tutta Italia della codifica MPEG-4.
RAI e Mediaset già da ottobre hanno fatto un primo passo verso la nuova codifica, che inevitabilmente passa per una nuova sintonizzazione previo apprendimento se il dispositivo di casa nostra supporta il nuovo standard, e per quella sorta di ibrido prima del passaggio completo, previsto per fine anno.
I canali che verranno trasmessi in MPEG-4 e visibili in alta qualità saranno posizionati tra il numero 1 e 9 e al numero 20 del telecomando. Ad esempio, il canale Rai 1 HD, attualmente visibile al numero 501, verrà spostato al numero 1 mentre la versione in qualità standard (SD) verrà posizionata al numero 501. La completa dismissione della codifica MPEG-2 dovrà comunque avvenire entro il 31 dicembre 2022, data oltre la quale i canali verranno trasmessi soltanto con la nuova codifica.
Questo è quello che succederà dal prossimo 8 marzo. Nient’altro. Non c’è in cantiere nessun DVB-T3: non ne parlano gli spot RAI, nemmeno quelli Mediaset o il portale ufficiale governativo. Non ne parlano per un motivo molto semplice: non esiste nessun DVB-T3.