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Torna ad alzarsi e camminare con gli elettrodi nella spina dorsale: la tecnologia che ha aiutato Michael

Sta facendo parlare molto un trattamento sperimentale che ha consentito al 30enne Michael Roccati e ad altre due persone, di tornare a muovere i passi dopo un incidente che li aveva reso paralizzati.

Quando la scienza fa miracoli- Computermagazine.it

Tre persone, per ora,  hanno creduto nella scienza e nella sua evoluzione distaccandosi dal periodo dove invece sembra che la scienza sia questa strana creatura che ne sa meno del cugino che ha letto un post su Facebook, affidandosi ai medici e agli specialisti dell’Ospedale e del politecnico di Losanna (in Svizzera) dopo aver affrontato anni bui, i più bui della loro vita. Tutti accomunati da una sorte tremenda del destino, con incidenti che hanno messo a repentaglio prima la loro vita e poi la loro quotidianità, rendendola così diversa dalla pretendete, che non vedevano la luce in fondo al tunnel. Ma ora Michel Roccati – 30enne che vive a Torino – e altre due persone di cui non si sa il nome, hanno recuperato il sorriso e un po’ della loro vita passata, grazie agli elettrodi impiantati nel loro midollo spinale che, dopo anni tra letto e sedia a rotelle, sono tornati a muovere i loro “primi” passi, aprendo uno squarcio di speranza.

Michel Roccati torna a camminare grazie a un elettrodo

Un ritorno alla normalità che pensava persa e che, piano piano, combacerà con quell’autonomia nei movimenti che sulla sedia a rotelle non è possibile avere. Nel video pubblicato dal Politecnico di Losanna, e di cui vi abbiamo messo un frame qui sotto, si vede Michel Roccati alle prese con il suo deambulatore a rotelle, strumento indispensabile per muovere le gambe che sono state paralizzate per tanto tempo. Perché nel 2017, a causa di un brutto incidente in sella alla sua moto, la sua schiena si era spezzata in più parti rendendogli impossibile rialzarsi in piedi. La sua vita era a rischio e, una volta che i medici sono riusciti a salvargli la vita, si è proceduto con la riabilitazione per i muscoli. Fino a quell’opportunità di affidarsi all’evoluzione della scienza e a quel matrimonio con la tecnologia che non vedeva l’ora di sigillare, per sempre.

Michael Roccati – Computermagazine.it

Dal buio dell’incidente alla nuova vita che lo aspetta. Oggi, grazie alla diffusione di quel video dove Michel ci mostra dov’è arrivata la tecnologia, e dove tutti abbiamo imparato a conoscere la storia di Roccati. Ma questo lungo percorso è iniziato il 5 agosto del 2020, un anno che per molti è da dimenticare, ma che per lui è l’anno dove ha potuto rinascere, quando il giovane piemontese entrò in sala operatoria per sottoporsi a quell’intervento che oggi gli consente di poter muovere le gambe ed essere maggiormente autonomo, molto di più di una sedi a rotelle che, seppure nel suo piccolo, finora gli ha dato modo di spostarsi da solo. Quegli elettrodi impiantati nel midollo spinale e collegati con dei cavi che portano a una centralina che si trova sull’addome, stanno dando la possibilità a Michel di riassaporare un po’ della sua vita precedente.  Per ora, però, Michel Roccati (ma anche gli altri due che hanno partecipato allo stesso tipo di operazione a Losanna e di cui non sappiamo i nomi) può gioire per esser tornato a muovere le sue gambe, che non si muovevano più dal brutto incidente in moto. Cammina due ore al giorno, va in palestra e a nuoto, ottimi allenamenti per far riprendere il muscolo. Un ritorno a quella normalità che la vita gli aveva tolto. Intervistato da Lodovico Poletto per La Stampa, il 30enne risponde con gioia:

“Io ci speravo davvero. Anzi, ci credevo. Sapevo che ci sarei riuscito. Ma quando ho mosso le gambe per la prima volta è stato pazzesco: neanche riuscivo a parlare dall’emozione. Sono rimasto lì, muto, a guardare i medici e la gente che avevo attorno. Ero tornato a muovermi. Dopo tre anni finalmente di nuovo camminavo”.

Il suo sogno è ripartire dove tutto si era fermato: dalla moto, da quel maledetto giorno. Perché lì sono iniziati i suoi problemi con quell’incidente del 2017.E ora glie elettrodi gli tanno dando un’altra chance.

Alessandra Costagliola

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