Secondo alcune informazioni certe, è possibile che Iliad decida di acquistare le attività di Vodafone in Italia per poter aumentare il proprio dominio nel paese in cui lavora. Ma ci riuscirà? Analizziamo la questione e cerchiamo di capirlo.
I gestori telefonici tendono a riservare di continuo a tutti noi; che sia per una questione di promozioni o di modifiche alle proprie tariffe, nessuna azienda attiva in questo settore decide di tirarsi indietro dato che sia molto importante mantenersi aggiornati.
Tra le maggiori società che potremmo citare in questo momento ce ne sono alcune che spiccano per i servizi che offrono, come TIM o Wind ad esempio, ma ce ne sono altre che si contendono tra loro la posizione nel mercato della telefonia.
I piani delle compagnie
Parliamo di Vodafone e Iliad, che come sappiamo si tratta di provider molti conosciuti e con cui, forse, abbiamo già stipulato un contratto. Comunque sia, una delle due ha deciso di proporre un accordo particolare per poter acquisire le attività della compagnia rivale: cosa ha detto?
Iliad, che di recente ha anche introdotto la rete fissa in Italia, ha voluto presentare una offerta al consiglio di amministrazione di Vodafone per acquisire le sue attività nel nostro paese. In base a quello che ha riportato Bloomberg non solo la trattativa potrebbe concludersi, ma pare che ci siano in ballo ben 14 miliardi di euro.
Tuttavia, dobbiamo dire che non sia una novità vera e propria: nelle scorse settimane erano già emerse alcune informazioni al riguardo, in cui veniva detto che le aziende avevano intenzione di consolidare i propri investimenti nell’ottica del 5G.
Il che avrebbe senso dato che le licenze per le frequenze nelle tre bande, che ricordiamo siano di 700 MHz, 3,6 GHz e 26 GHz, hanno avuto un costo estremamente elevato, mentre i limiti sulle emissioni elettromagnetiche impediscono agli operatori di costruire più antenne del dovuto. Insomma, sviluppare delle reti 5G è troppo complicato da soli; farlo insieme potrebbe essere conveniente per coloro che se ne occupano.
Se le due aziende decidessero di unirsi, avrebbero modo di formare 26 milioni di SIM, cioè il 33,8% di tutte quelle presenti nel mercato italiano. E prendendo in considerazione pure quelle M2M, la quota salirebbe al 36,5%. Ammettiamo che abbiano degli ottimi piani in mente, ma riusciranno a raggiungere un accordo sicuro?