Nell’ottica della svolta eco-sostenibile comune a molte aziende, Samsung ha annunciato che utilizzerà materiali eco-compatibili. In particolare uno dei nuovi materiali avrà un impatto positivo sull’ecosistema marino, combattendone l’inquinamento e favorendo il riciclo di materiali plastici.
Uno dei punti cardine di un numero sempre più alto di aziende è l’attenzione all’ambiente; le politiche eco-friendly sono messe sempre più in risalto come valore aggiunto dei prodotti e sempre più consumatori si dimostrano sensibili a questo aspetto quando valutano l’acquisto.
Ovviamente questo trend è ben presente anche nel mondo dell’elettronica di consumo, considerando che la produzione di device tecnologici potrebbe avere un impatto ambientale molto alto a causa dei materiali utilizzati se le aziende non mettessero in atto politiche green.
L’ultimo degli annunci in tal senso è stato quello di Samsung; l’azienda sudcoreana infatti ha anticipato che i loro prodotto utilizzeranno materiali specificamente selezionati per il loro ridotto impatto ambientale, contribuendo quindi alla riduzione dell’inquinamento e favorendo un circolo virtuoso sempre più verde.
L’azienda ha citato, tra gli altri materiali, la carta riciclata ed i materiali riciclati post consumo. Inoltre ha rivendicato il suo impegno nella riduzione della plastica monouso. Ma, in particolare, la novità nelle politiche di Samsung sta nell’utilizzo di un altro materiale, ovvero le plastiche oceaniche.
L’utilizzo di tali materiali “blu” dovrebbe contribuire a rendere economicamente appetibile l’eliminazione di tutti quei rifiuti plastici che popolano gli oceani; bottiglie ed imballaggi, ma anche un materiale plastico molto pericoloso per la fauna marina, ovvero le reti da pesca, che possono essere portate sulle spiagge dalle correnti ma anche rimanere sul fondale, causando gravi problemi all’ecosistema marino.
L’impegno di Samsung per un mare più pulito
La presenza di reti da pesca abbandonate nei mari è uno dei problemi ambientali più gravi; infatti tali reti sono ormai prodotte in materiali plastici, che impiegano un lungo tempo per essere smaltiti: rimangono quindi in mare per anni, durante i quali continuano a causare danni alla fauna marina.
L’utilizzo di plastiche derivanti dalle reti quindi andrebbe a mettere in moto un meccanismo di recupero di questo materiale, favorendone la scomparsa dall’ecosistema marino, con grande vantaggio per un vasto numero di specie marine che oggi sono messe a rischio dalla presenza di questa minaccia.
Il problema però non riguarda soltanto la fauna marina o le barriere coralline; infatti i cambiamenti dell’ecosistema e l’inquinamento dei materiali plastici si ripercuotono, alla fine della catena alimentare, sull’uomo, che si ritrova con un sistema marino sempre meno equilibrato e con prodotti ittici contenenti materiali tossici.
Si stima che ogni anno 640.000 tonnellate di reti da pesca vengano abbandonate negli oceani; il riutilizzo di questi materiali dunque è un passo fondamentale per ridurne l’impatto ambientale e favorire un equilibrio ambientale più virtuoso.