La Stazione Spaziale Internazionale potrebbe proseguire la sua attività per tutto il prossimo decennio. Le ultime notizie, fino a pochi giorni fa, davano la ISS in dismissione per il 2031, fra esattamente nove anni, dopo che l’amministrazione Joe Biden aveva dichiarato, a fine anno scorso, che la Nasa, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, puntava ad estendere l’operatività della stessa base nello spazio dal 2024 al 2030, grazie anche all’appoggio di partner come l’Esa, l’agenzia spaziale Europeo. Ma sarà davvero così?
La Iss è però composta da più moduli, e alcuni di questi fanno parte della Roscosmos, l’agenzia spaziale russa. Di conseguenza, la permanenza o meno degli astronauti sulla Iss non deriverà solo dalla Nasa e dall’Esa. A riguardo va segnalato il tweet di pochi giorni fa da parte di Dmitry Rogozin, direttore generale di Roscosmos, che ha fatto sapere “possiamo solo parlare di una decisione congiunta, poiché la ISS è un unico organismo ingegneristico”.
Non va dimenticato che la tensione fra gli Stati Uniti e Mosca è altissima in queste settimane per via della questione Ucraina, di conseguenza, le pieghe che prenderanno gli eventi nel Donbass si rifletteranno inevitabilmente anche sulle vicende spaziali. L’argomento è stato trattato di recente anche dall’agenzia russa RIA Novosti; viene specificato a riguardo che la società RKK Energija, considerata molto vicina alla Roscomos, ha dichiarato attraverso un suo portavoce che “la questione della vita della stazione e, di conseguenza, la tempistica del suo deorbiting è determinata a livello di governi dei paesi partner nell’ambito del programma della Stazione Spaziale Internazionale, e non solo da una delle parti”.
Si è quindi fatto chiaramente capire che non sarà solo la Nasa a scegliere la durata operativa della stazione spaziale internazionale, ne tanto meno la sua fine. RKK Energija ha inoltre spiegato chiaramente che l’eventuale deorbiting verrà gestito anche dal centro di controllo russo attraverso l’utilizzo dei motori delle navicelle Progress MS. Cosa succederà quindi? Ora come ora sembra difficile trovare la risposta ricercata, in ogni caso, come scrive Hwupgrade.it a riguardo: “Alla Russia converrebbe un’estensione della vita operativa così da avere più tempo per preparare ROSS (la sua stazione spaziale ndr) e continuare ad avere una presenza umana nello Spazio. In questi termini Roscosmos potrebbe sfruttare la vicinanza con un paese come la Cina e con la sua stazione spaziale cinese. In passato infatti Rogozin aveva espresso parere positivo affinché alcuni cosmonauti potessero visitare Tiangong. Un accordo Russia-Cina potrebbe aiutare la prima a non posticipare la fine della ISS pur mantenendo una presenza in orbita LEO”.
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