Aggiornato dalla NASA il calendario operativo della Stazione Spaziale Internazionale: attività prolungata fino al 2030 ed inizio della fase di deorbitaggio, previsto nell’Oceano Pacifico, nel 2031.
Le operazioni della Stazione Spaziale Internazionale potrebbero essere estese per cinque anni in più rispetto alle previsioni iniziali: non più il 2025 come data di pensionamento dell’ISS (acronimo di “International Space Station”), bensì il 2030, con deorbitaggio nell’Oceano Pacifico nel 2031.
Se la proposta degli Stati Uniti verrà approvata, l’intero ciclo di vita della Stazione Spaziale ammonterà dunque a 30 anni, a partire dal 2 Novembre dell’anno 2000, quando il primo equipaggio di astronauti si insediò a bordo per avviare il progetto di esplorazione spaziale avviato da Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada.
I vantaggi del mantenimento dell’orbita secondo la NASA e gli obiettivi commerciali
Secondo la NASA, il maggior vantaggio conseguente al prolungamento del ciclo di vita dell’ISS risulterebbe nel garantire una transizione tra la stazione attuale e quelle future che entreranno in orbita per sostituirla “senza soluzioni di continuità”, ovvero senza interruzioni di operatività.
La direttrice della Stazione per la NASA, Robyn Gatens, ha infatti ricordato come questo terzo decennio di attività della Stazione abbia condotto a risultati di significativo successo nello studio “dello spazio profondo ed abbia continuato a restituire benefici soprattutto in ambito medico ed ambientale all’umanità, gettando le basi per un futuro commerciale nell’orbita bassa terrestre”.
La Stazione, infatti, che viaggia a una velocità media di 27.600 chilometri orari, orbita ad un’altitudine compresa tra i 330 ed i 410 km dal livello del mare ed è in grado di completare 15,5 orbite al giorno.
L’Agenzia inoltre ha dichiarato l’intento di trasformare l’impegno della missione dell’ISS da realizzatrice a fruitrice di servizi, attraverso accordi da stringere con società private, da includere quindi nel progetto insieme al settore pubblico.
La proposta della NASA e le reazioni dei partners operativi
Le prime indiscrezioni hanno fatto trapelare le posizioni dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, e della RKA, l’Agenzia Spaziale Russa, rispettivamente come favorevole e titubante alla proposta statunitense.
Sembrerebbe infatti che le esitazioni dell’Agenzia Russa dipendano prevalentemente dalle attuali tensioni geopolitiche, in tema di rapporti con la vicina Ucraina, anche se dichiarazioni ufficiali non sono al momento state ancora rilasciate.
Le operazioni che condurranno poi all’effettivo termine del ciclo di vita della Stazione faranno deorbitare la ISS nell’Oceano Pacifico meridionale, nella zona di Point Nemo, priva di imbarcazioni o di isole abitate.
In questo modo, la massa della Stazione Spaziale, anche nel caso producesse detriti in grado di impattare la superficie terrestre, non risulterebbe un pericolo per l’incolumità del nostro ecosistema. Il periodo previsto è quello di inizio 2031.