Il mega telescopio Hubble non smette di stupirci: scoperto nesso tra buchi neri e formazione stellare

Continuano le importanti, o meglio, straordinarie scoperte da parte del mitico Hubble, il telescopio spaziale più famoso al mondo, realizzato anni or sono dalla Nasa, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti.

Hubble, 25/1/2022 - Computermagazine.it
Hubble, 25/1/2022 – Computermagazine.it

Nonostante tutte le attenzioni più recenti siano rivolte verso il nuovo e scintillante James Webb, il suo antenato Hubble continua a darsi da fare, regalando appunto notizie bomba. A confermare l’utilità di Hubble è stato un recente studio pubblicato sull’autorevole rivista Nature, e che ha preso in esame i dati raccolti dallo stesso telescopio spaziale, e che ha aperto ad un nuovo scenario che collega la presenza dei buchi neri nelle zone di formazione stellare. Sui buchi neri si stanno concentrando gli scienziati di tutto il mondo ormai da decenni, e al momento non si hanno ancora moltissime informazioni a riguardo.

IL TELESCOPIO HUBBLE E GLI ULTIMI INTERESSANTI RISVOLTI SUI BUCHI NERI

Di solito vengono associati ad un evento distruttivo, come ricorda Hwupgrade.it, ma grazie a quest’ultima scoperta si potrebbero collegare direttamente a delle formazioni stellari. Nel dettaglio lo studio di Nature prende in esame quanto accaduto nella galassia nana Henize 2-10, distante 30 milioni di anni luce dalla Terra, nella costellazione della Bussola. Era nota la presenza di un Buco nero al suo interno, ma il Nasa Hubble ed in particolare lo strumento Space Telescope Imaging Spectrograph, ha permesso di scoprire che lo stesso buco nero, distante 228 anni luce dalla zona di formazione stellare, riusciva ad influenzarne le dinamiche.

“Nel caso di Henize 2-10 – scrive a riguardo ancora Hwupgrade.it – il buco nero emette un getto di gas che riesce ad arrivare fino a una zona di formazione stellare. Quella regione vedeva già la presenza di una densa “bolla di gas” ma il materiale espulso dal buco nero a oltre 1,6 milioni di km/h contribuisce ad aumentare la sua quantità locale diffondendosi nelle vicinanze. Un altro getto emesso dallo stesso buco nero ma in direzione opposta interagisce con un’altra zona ricca di gas e polveri”. Stando a quanto scrivono i ricercatori nel loro studio: “combinando questi risultati con il nostro studio cinematico viene indicato che il deflusso bipolare generato dal buco nero centrale sta sconvolgendo il mezzo interstellare al centro delle regioni di Henize 2-10, creando condizioni favorevoli per un feedback AGN (nucleo galattico attivo) positivo”. Perchè studiare galassie nane come Henize, vi starate domandando voi? Perchè così facendo si potrebbero vedere cosa accadeva in Universo con un’età molto più giovane rispetto ad oggi.

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