Interpretazione delle espressioni facciali, analisi del tono di voce e del linguaggio verbale, valutazione delle capacità cognitive attraverso videogames: ecco come l’intelligenza artificiale si propone di migliorare la diagnostica delle depressioni.
A Londra un team di neuroscienziati e di programmatori informatici sta sviluppando una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che ambisce a rendere le malattie mentali monitorabili e diagnosticabili tanto quanto le malattie fisiche.
Oggi l’ansia, la depressione, gli attacchi di panico e numerosi altri disturbi legati all’equilibrio psico-fisico degli individui si stanno diffondendo in modo esteso e trasversale, anche tra i giovani ed i giovanissimi, destando allarme e preoccupazione in ogni angolo del pianeta. Al contempo, il sistema sanitario arranca a sostenere le sempre più numerose richieste di cura psicologica e a diagnosticare con precisione e tempestività le forme di disturbo.
Così un gruppo di ricercatori guidato dalla dottoressa Emilia Molimpakis ha sviluppato una piattaforma informatica che ha l’obiettivo di velocizzare il processo di riconoscimento del disagio psicologico, rendendolo inoltre più attendibile dei tradizionali questionari di valutazione, spesso oggetto di interpretazioni arbitrarie e soggettive dei medici curanti e, in molti casi, ancora gli stessi di quelli introdotti negli anni sessanta del secolo scorso.
Per arginare il problema, la neuroscienziata dottoressa Molimpakis, insieme al fisico teoretico dottor Stefano Goria, esperto di intelligenza artificiale multi-modale, hanno quindi ideato il software, battezzato “Thymia“, dal greco thȳm(ós), che significa “un determinato stato dello spirito e dell’umore”.
“Quando una cara amica ha tentato di togliersi la vita – spiega la dottoressa – ho pensato di sviluppare Thymia. I suoi dottori non avevano notato o avevano male interpretato i segnali di allarme che indicavano il suo malessere, anche a causa di trattamenti clinici basati su metodologie obsolete, non più in grado cioè di rilevare le peculiarità contemporanee di una malattia come la depressione”.
E dunque l’avvio delle prime sperimentazioni insieme al dottor Goria, fino all’ottenimento di 1,1 milione di sterline d’investimento elargito da numerose società del settore, tra cui Kodori AG, Calm/Storm, Form Ventures ed Entrepreneur First, e le prime applicazioni in ambito medico-accademico, accolte anche dall’University College e dal King’s College di Londra, che ad oggi hanno coinvolto oltre 2000 pazienti.
Per sostituire l’arbitrarietà delle diagnosi relative agli stati di salute mentale, il software effettua computazioni basate sul Machine Learning, ovvero su un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale che crea sistemi in grado di migliorare le proprie prestazioni di calcolo e di analisi, confrontando ed ottimizzando i dati utilizzati.
Secondo i co-fondatori, applicando questo tipo di intelligenza agli ambiti della Neuroscienza Cognitiva, della Linguistica e della Psicologia Sperimentale, si potranno identificare più accuratamente, più tempestivamente, in assai maggior numero e con maggior oggettività i sintomi legati alle condizioni di stress psico-fisici, consentendo ai medici clinici di assistere i pazienti in continuità ed anche da remoto.
Attraverso attività ludiche nello stile degli “smart videogames“, il software monitora eventuali segnali indicativi di stati depressivi e di disagio psicologico, analizzando i dati provenienti dalle micro espressioni facciali dei pazienti, dal loro tono di voce nonché dal tipo di linguaggio verbale utilizzato. Inoltre, effettua analisi relative alla sfera attitudinale, come la capacità di reazione ad eventi imprevisti, l’abilità mnemonica ed il livello di attenzione in relazione agli errori compiuti.
Nel Regno Unito, dove la tecnologia di Thymia è attualmente in fase di sperimentazione, non sono mancati entusiasmi riguardo al potenziale del software così come perplessità ed anche preoccupazione riguardo ai possibili rischi, soprattutto in merito alle garanzie di sicurezza circa l’anonimato dei dati sensibili raccolti dai pazienti.
“In realtà abbiamo bisogno di un essere umano che si prenda cura dei pazienti e che sia in grado di comprendere di più sugli eventi traumatici della loro vita”, ha affermato la dottoressa Lucy Johnstone, psicologa clinica ed ex direttrice del Bristol Clinical Psychology Doctorate. E ha poi continuato: “Interagire con un videogioco di qualche tipo che monitora il tuo volto non condurrà a molto. Questa occasione ci consente di ammettere che non siamo molto bravi a capire o a sostenere le persone che soffrono di depressione”.
Stai facendo il tuo lavoro quotidiano con il Macbook e lo percepisci lento? oppure stai…
Nascoste nei cassetti di molti, ci sono delle reliquie del passato che potrebbero oggi valere…
Contiene link di affiliazione. Chi passa molto tempo al computer, per lavoro o svago, sa…
Quando ci si mette alla ricerca di un computer portatile utile per lavorare, si è…
Contiene link di affiliazione. Se si vuole costruire da zero il proprio PC fisso o…
Contiene link di affiliazione. Per motivi di studio o lavoro siete alla ricerca di un…