È una luna? No, non è una luna. Una semplice frase che sarà rimasta impressa nei cuori e nelle menti di intere generazioni e che proviene direttamente dall’universo cinematografico di Star Wars. Questa volta però è davvero una luna, nonostante sembri realmente la Morte Nera.
Era il 1977 e per la prima volta in assoluto al cinema scoprivamo l’incredibile universo cinematografico di George Lucas: Star Wars. Tra i tanti componenti che hanno reso questa saga fantascientifica tra le più longeve e di successo – si annovera l’ormai leggendaria Morte Nera. L’arma suprema dell’Impero che viene utilizzata per spazzare via il pianeta natale della principessa Leia. Ebbene, dal cinema alla realtà, uno dei satelliti di Saturno potrebbe rappresentare in qualche modo una copia perfetta dell’immensa stazione spaziale.
Non è la prima volta che le cosiddette lune di Saturno finiscono sotto le luci dei riflettori. Anzitutto perché sono numerosissime, addirittura alcune decine, e perché, spesso e volentieri, vengono studiate poiché potrebbero ospitare vita sulla – o meglio, sotto – la loro superficie. Almeno a livello teorico. Ovviamente parliamo di forme di vita molto semplici e non assolutamente intelligenti o sviluppate come quelle presenti sulla Terra, ma tanto basterebbe per sconvolgere il nostro credo sull’intero universo.
Ebbene tra le diverse lune di Saturno, tra Europa, Encelado, Ganimede… ne esiste una che, oltre a rappresentare un reale candidato per ospitare la vita, ha anche una forma piuttosto particolare. Si chiama luna Mimas ed è stata soprannominata “Morte Nera“. Perché? Perché le sue forme ricordano esattamente quelle della stazione spaziale imperiale che ha terrorizzato gli abitanti dell’universo cinematografico di George Lucas.
In effetti, a guardarla bene si nota un gigantesco cratere posizionato nella parte est della luna che ricorda esattamente il cannone in grado di disintegrare interi pianeti della Morte Nera di Star Wars. Oltre alla somiglianza cinematografica, Mimas potrebbe essere un perfetto candidato per ospitare la vita, come affermato dal recente studio pubblicato su Sciencedirect. Parliamo di un oceano caldo nascosto sotto la sua superficie che potrebbe essere luogo ideale per la formazione di organismi semplici e protette dall’irradiazione solare diretta.
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