Arriva anche nella versione italiana il gioco del momento: Wordle, una gara di abilità linguistica in cui si devono spremere le meningi per identificare una parola di cinque lettere, con un massimo di sei tentativi, sulla scorta di Mastermind, il popolare gioco da tavola degli anni 70.
Inizia come una dedica alla propria dolce metà il successo di Wordle. Infatti il suo sviluppatore, il gallese Josh Wardle, lo ha inventato per la propria compagna Shah Palak, appassionata di cruciverba. Da quel momento la sua diffusione in rete non ha conosciuto limiti.
Il gioco infatti, partendo da Wardle, la sua compagna e le rispettive famiglie, è stato pubblicato sul sito internet del programmatore; da poche centinaia di utenti Wordle è cresciuto esponenzialmente, raggiungendo attualmente milioni di utenti in tutto il mondo che ne condividono i risultati sui propri social ogni giorno.
La sfida a suon di parole, a differenza di molti altri fenomeni odierni della rete, non è un’applicazione; il gioco infatti è stato pubblicato solo sul sito di Wardle, senza diventare una app. Ovviamente però nel frattempo sono nate molte app con quel nome, cercando di sfruttarne il successo.
La scelta del programmatore è controcorrente rispetto all’andamento generale dei fenomeni virali; la sua creazione non prevede alcuna pubblicità o sponsor. L’utilizzo è totalmente gratuito, senza la necessità di scaricare alcunchè. Il sito presenta semplicemente lo schema di gioco, la tastiera e le istruzioni.
Il successo passa anche per i social
Il successo di Wordle, oltre al passaparola che gli ha permesso di ottenere grandi risultati in poco tempo, passa anche dalle piattaforme social. Si possono condividere i propri progressi nella ricerca della parola o la risoluzione avvenuta, senza però rivelarla agli altri utenti, che possono quindi proseguire a loro volta nel gioco.
Questa possibilità di condivisione senza rischiare l’effetto spoiler ha contribuito alla creazione di un circolo virtuoso che ha portato all’aumento degli accessi al sito. Il tutto però senza creare dipendenza, in quanto, per scelta dell’autore, è possibile giocare con una sola parola al giorno.
Per trovare la parola è necessario inserire il primo tentativo; a quel punto vedremo le caselle colorarsi di verde se la lettera è giusta e collocata correttamente. Se la casella sarà gialla, significherà che la lettera è presente nella parola, ma in posizione sbagliata. Se infine la casella sarà grigia, significa che la lettera non è presente nella parola.
Il gioco ha avuto indirettamente anche un riscontro benefico; infatti una applicazione di nome Wordle!, già presente su internet, ha visto un’esplosione di download a causa dell’omonimia. Lo sviluppatore, in comune accordo con Josh Wardle, ha deciso di devolvere i proventi ad un’organizzazione sociale a scopi caritatevoli.
Da oggi sarà possibile competere anche in italiano; infatti, dopo il grande successo, sono state sviluppate nuove versioni per coinvolgere più direttamente gli utenti da tutto il mondo. Sarà possibile, anche nella lingua di Dante e Petrarca, sfidarsi nella ricerca della parola, da condividere sui propri social.