C’è uno studio italiano davvero autorevole e alquanto interessante, che sta circolando nelle ultime ore nella comunità scientifica mondiale. Ne ha parlato l’agenzia di stampa Ansa, e riguarda l’Rna e i tumori.
Nel dettaglio, come si legge sul portale Ansa.it, sono stati scoperti dei nuovi “interruttori” molecolari che permettono di risvegliare le “sentinelle” del sistema immunitario per contrastare il cancro. Si tratta precisamente di molecole Rna non codificanti derivate da quello che poco tempo fa si chiamava, sbagliando, Dna spazzatura. La scoperta è alquanto sensazionale in quanto potrebbe portare a breve allo sviluppo di nuovi farmaci immunoterapici, ed è trattata nel dettaglio dalla rivista autorevole Nature Genetics.
STUDIO RNA E TUMORI: L’IMPORTANTE SCOPERTA TUTTA ITALIANA
A realizzarla è stata il gruppo di ricerca coordinato da Beatrice Bodega e Sergio Abrignani, dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare ‘Romeo ed Enrica Invernizzi’. Lo studio è stato condotto in collaborazione con l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e l’Humanitas University di Milano, il CheckmAb spin-off della Statale di Milano, il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, il Policlinico di Milano e l’ospedale San Giuseppe MultiMedica IRCCS di Milano, supportato economicamente dai finanziamenti di Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB), Fondazione Cariplo e Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro). La ricerca è stata condotta sulle cellule di donatori sani e su tessuti tumorali isolati da pazienti, e dimostra che, come detto sopra, che le molecole di Rna non codificanti, che fino a poco tempo fa venivano considerate poco utili, sono invece fondamentali per attivare e far funzionare al meglio le cellule immunitarie, in particolare dei linfociti T CD4+. Queste molecole derivano da sequenze molto ripetute nel nostro Dna, le sequenze dette Line 1, e che hanno colonizzato il genoma umano, spiega l’agenzia Ansa, contribuendo all’evoluzione dell’uomo stesso.
“Riteniamo di aver identificato un potenziale nuovo bersaglio terapeutico da combinare alle immunoterapie odierne”, spiegano Bodega e Abrignani, che poi aggiungono: “L’obiettivo futuro è la creazione di una startup che possa sviluppare nuove terapie per risvegliare il sistema immunitario silente nel microambiente intratumorale, in modo che i linfociti T possano nuovamente riconoscere e distruggere le cellule neoplastiche”. È stato scoperto che gli Rna di Line 1 si accumulano presso i linfociti T CD4+ immaturi, e di contro, diminuiscono in maniera molto importante quando queste cellule si attivano. “L’obiettivo futuro– concludono i ricercatori – è la creazione di una startup che possa sviluppare nuove terapie per risvegliare il sistema immunitario silente nel microambiente intratumorale, in modo che i linfociti T possano nuovamente riconoscere e distruggere le cellule neoplastiche”.