Attacco diretto ad Elon Musk ed alle sue auto; il consorzio “The Dawn Project”, con una pubblicità sul New York Times, mette in questione la sicurezza delle auto Tesla e del loro sistema di guida autonoma, invitando i potenziali acquirenti a non rischiare di diventare manichini da crash test.
The Dawn Project è un consorzio che afferma di impegnarsi per una tecnologia sicura. Si tratta di un progetto appena nato, di cui si sa poco; ma la loro prima uscita pubblica è sicuramente in grande stile, con un attacco frontale nei confronti di Tesla, accusando la casa di San Carlos di mettere a repentaglio la vita dei suoi clienti.
Difatti il consorzio, con una costosa inserzione sul New York Times, ha invitato i lettori a non diventare manichini per gli esperimenti delle auto di Musk. Nell’inserzione si offrono 10.000 dollari a chiunque possa indicare un’altra compagnia nel Fortune 500 che abbia una problematica di sicurezza ogni 8 minuti.
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La richiesta del Dawn Project, rivolta alla sicurezza della tecnologia per gli autoveicoli, è di impedire alle auto Tesla di circolare sulle strade fino a che il numero di gravi malfunzionamenti non sia ridotto di 1000 volte, rendendo la guida automatica sicura e priva di rischi.
Le loro valutazioni sono basate sull’analisi di video trovati su YouTube, nei quali, stando alle loro parole, si riscontrerebbe un grave malfunzionamento ogni 36 minuti, come il mancato riconoscimento di segnali stradali, manovre pericolose, l’impatto con ostacoli evitabili o ignorare le indicazioni del personale addetto alla sicurezza.
Legittime preoccupazioni o conflitto d’interessi?
Dopo l’attacco diretto a Tesla è nato un dibattito sugli scopi dell’inserzione e su eventuali conflitti d’interessi. Il fondatore del Dawn Project in effetti risulta anche essere Ceo della Green Hill Software, una società che produce sistemi operativi e strumenti di programmazione.
Questo potrebbe rappresentare una motivazione alle accuse nei confronti di Musk: accuse che hanno portato l’ente californiano per la registrazione degli autoveicoli (DMV) a rivalutare la decisione di sollevare Tesla dall’obbligo di comunicazione dei malfunzionamenti del proprio sistema di guida automatica.
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Nel frattempo Elon Musk non ha risposto direttamente alle accuse. L’unica risposta indiretta è stata un tweet nel quale ha rimarcato come, dal rilascio della versione FSD Beta, non ci sia stato alcun incidente, mentre nello stesso lasso di tempo si sono registrati 20.000 incidenti mortali di auto di altri marchi.
Intanto la NHTSA, l’agenzia governativa statunitense addetta alla sicurezza degli autoveicoli, sta investigando su alcune segnalazioni di proprietari di auto Tesla, tra cui la denuncia di un automobilista la cui auto avrebbe sbagliato corsia durante una curva, causando l’impatto con un altro veicolo.
Il dibattito sulla sicurezza delle automobili a guida autonoma quindi va avanti, tra segnalazioni, accuse, potenziali conflitti d’interesse e la difesa di Musk, che riporta dati nel complesso favorevoli alle proprie tecnologie.