Sarà intitolato all’astrofisica Amalia Ercoli Finzi uno dei due veicoli che saranno utilizzati nella missione ExoMars, che indagherà alla ricerca di tracce di vita passata sul Pianeta Rosso, oltre ad analizzare l’atmosfera e ricercare tracce di acqua nel sottosuolo.
Entra nella seconda fase la missione ExoMars; la prima fase del progetto, portato avanti dall’Agenzia Spaziale Europea e dall’Agenzia Spaziale Russa “Roscosmos”, aveva portato alla messa in orbita di una satellite per la mappatura dell’atmosfera, oltre all’atterraggio, purtroppo non riuscito, del veicolo d’atterraggio Schiaparelli.
La seconda fase invece prevede un’esplorazione più attiva, con l’atterraggio di un veicolo da esplorazione. Il rover dovrà esplorare la superficie marziana per mesi, spostandosi di 70 metri ogni Sol (ovvero il giorno marziano) e raccogliendo campioni di rocce, alla ricerca di tracce di vite passata o presente.
Di questo rover, che è stato intitolato a Rosalind Franklin, chimica britannica, esiste un gemello, che resterà a terra e servirà per eseguire le simulazioni di ciò che il rover su Marte dovrà eseguire. Questo porterà il nome di Amalia Ercoli Finzi, uno dei principali ingegneri aerospaziali italiani.
La Ercoli Finzi è stata responsabile del Dipartimento di ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano; è stata anche responsabile della supervisione della trivella che ha perforato la cometa Churyumov-Gerasimenko nell’ambito della missione Rosetta, a 510 milioni di chilometri dal nostro pianeta.
Amalia Ercoli Finzi è una delle principali personalità nel settore spaziale non solo italiano, ma anche nell’Unione Europea; é infatti la delegata italiana per Horizon 2020, il programma di finanziamento per la creazione dello Spazio Europeo della Ricerca, ovvero i programmi di ricerca scientifica integrati dell’UE.
Ha collaborato con l’Agenzia Spaziale Europea per la missione Giotto, che ha permesso di studiare a distanza ravvicinata la cometa di Halley, la più famosa tra le comete periodiche, che ha potuto essere analizzata ad appena 596 chilometri, traendone informazioni di fondamentale importanza per la ricerca.
Oggi collabora con la Nasa, con l’Esa e con l’Agenzia Spaziale Italiana, con studi sulla sostenibilità della vita fuori dal nostro pianeta come gli orti botanici sulla Luna, che potrebbero essere vitali per una presenza umana sul nostro satellite e la possibilità di viaggi umani su Marte.
La scienziata si è detta lusingata ed onorata di questo riconoscimento per una carriera iniziata molto lontano, con la sua iscrizione al Politecnico di Milano, al quale fu una delle prime ragazze ad iscriversi, laureandosi nel 1962 con 110 e lode e dove iniziò ad insegnare meccanica orbitale.
Oggi, con l’intitolazione di uno dei due rover che porteranno a scoperte cruciali per la nostra conoscenza del Pianeta Rosso, assistiamo ad un riconoscimento di una delle più influenti personalità italiane nel settore della ricerca ed alla coronazione di una lunga carriera per la signora delle comete.
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