Ban, un termine preso in prestito dal popolo anglosassone e divenuto un neologismo internazionale, italiano compreso. E’ uno strumento di difesa usato nei confronti di utenti che non rispettano le regole nell’ambito delle IRC Chat, all’interno dei canali, le stanze virtuali.
Anche Amazon lo utilizzato per riferirsi ad una serie di atti che consente di vietare l’accesso a un determinato utente tramite il suo username, IP o indirizzo email. Chiaramente viene bannato chi non rispetto le normi, chi rilascia troppi resi. Ma non solo.
Di recente la super azienda di commercio elettronico di Seattle ha spiegato che continuerà ad accettare pagamenti nel Regno Unito con carte di credito Visa, annullando la decisione di vietare le carte annunciata lo scorso novembre, a partire dal 19 gennaio.
Utenti e venditori: tutti sullo stesso piano. Occhi puntati sui resi
In un’e-mail ai clienti, il numero uno dell’e-commerce ha affermato che stava “lavorando a stretto contatto su una potenziale soluzione che consentirà ai clienti di continuare a utilizzare le loro carte di credito Visa su Amazon.co.uk“.
La società, per il momento, non ha spiegato ancora quale sia la soluzione o per quanto tempo potrebbe essere in vigore, ma ha aggiunto che “se dovessimo apportare modifiche relative alle carte di credito Visa, ti avviseremo in anticipo“.
La decisione originale del ban sulle carte di credito Visa è figlia di una controversia sulle commissioni di pagamento riscosse dagli emittenti di carte. L’Unione Europea, infatti, fissa dei limiti a queste commissioni particolari, ma quando il Regno Unito ha lasciato l’UE ha dato agli emittenti la libertà di aumentarle. Visa ha aumentato le sue commissioni interbancarie dallo 0,3% all’1,5%, cosa che evidentemente ha infastidito Amazon.
Al di là delle questioni legali, particolari, si può ricevere un ban a vita su Amazon. A testimonianza che con il colosso di Seattle non si scherza né si può fare il furbo, molti account sono stati chiusi, e altri ancora verranno bannati (appunto), se non si rispettano leggi chiare ma severe. Legittime.
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Il primo è riservato a quei clienti che abusano in maniera eccessiva del servizio di reso. Nella maggior parte dei casi è un algoritmo segnalare l’account, prima dell’inevitabile verifica della qualità e quantità di resi, la pena per la violazione.
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I ban non coinvolgono sono gli utenti, che fanno rima con clienti, ma anche nei confronti di quei venditori, che regalano prodotti, o danno rimborsi agli acquirenti, andando di fatto contro le norme di Amazon, anche soltanto in cambio di recensioni positive. No licet, direbbero i sommi maestri latini. Pena, il ban. A vita.