Gli astronomi di tutto il mondo sono alla ricerca di lune al di fuori del sistema solare per cercare di capire come funzione l’universo, nonché per conoscere meglio il ruolo che il nostro satellite, appunto la Luna, ha avuto sulla vita sulla Terra.
Laura Kreidberg del Max Planck Institute for Astronomy di Heidelberg, ha recentemente spiegato: “Se vogliamo capire come funziona la formazione dei pianeti, dobbiamo capire le lune”, per poi aggiungere: “perché le lune sono belle”, come a dire, anche l’occhio vuole la sua parte. Come ricorda Hdblog.it, trovare le esolune non è però affatto semplice, in quanto, a differenza ad esempio degli esopianeti, queste non lasciano tracce che siano visibili, risultando praticamente impercettibili.
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Se quindi un esopianeta si può individuare “facilmente” quando passa davanti ad una stella, diversamente funziona per l’esoluna. Ecco perchè, quando venne scoperta nel 2018 Kepler-1625b-i, candidata esoluna che ruota attorno all’esopianeta Kepler-1625b che a sua volta ruota attorno al suo sole, la stella Kepler-1625, il tutto ebbe molto clamore e la notizia venne accolta in maniera roboante da tutta la comunità scientifica. In attesa di capire se si tratti realmente di una esoluna, è quasi probabile che faccia parte di questo gruppo Kepler-1708b-i, una nuova scoperta i cui dettagli sono stati recentemente pubblicati su Nature Astronomy e che, stando a quanto scrive Hdblog.it: “Potrebbe davvero rivoluzionare l’astronomia extrasolare”. Rispetto al satellite precedente, infatti, questa nuova possibile esoluna ha tutte le caratteristiche per essere definita tale, la candidata esoluna numero uno quindi.
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Questo corpo celeste si trova a circa 6.000 anni luce di distanza dalla Terra ed è composta principalmente da gas; è grande poco meno del pianeta Nettuno ed orbita attorno ad un pianeta che invece ha le dimensioni di Giove. A scoprire Kepler-1708b-i è stato il famoso telescopio Kepler della Nasa, analizzando i dati di transito di circa settanta esopianeti giganti freddi che ruotano attorno alle loro stelle. Gli astronomi hanno iniziato a confrontare i vari dati, depennando le esolune improbabili, e arrivando fino alla candidati di cui sopra: “É un candidato lunare che non possiamo eliminare”, ha affermato David Kipping della Columbia University. “Ha superato ogni test possibile”. Non mancano comunque gli scettici, come ad esempio l’astronomo Eric Agol dell’Università di Washington, che invece ha storto il naso: «Potrebbe essere solo una fluttuazione dei dati, dovuta alla stella o al rumore strumentale». Per avere maggiori certezze bisognerà attendere il 2023, quando l’esoluna e l’esopianeta transiteranno nuovamente davanti alla loro stella.
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