Confermato il licenziamento di due poliziotti di Los Angeles, che avevano fatto ricorso nei confronti della sentenza risalente al 2017, per omissioni nell’atto delle loro funzioni. L’accusa, confermata dalle registrazioni delle loro conversazioni, era stata impugnata per violazione della privacy.
Quando il dovere chiama, per alcuni può attendere. Questa è dev’essere stata la visione di due poliziotti del LAPD (Los Angeles Police Department), Eric Mitchell e Louis Lozano. I due poliziotti della Southwest Division, in servizio nella zona di Leimert Park, hanno avuto una giornata intensa, come appare dalle comunicazioni registrate. Ma non, purtroppo, per sventare minacce o combattere il crimine.
L’oggetto delle loro attenzioni infatti si è rivelato essere di un’utilità pubblica ben minore: i loro sforzi erano infatti rivolti all’“arresto” di un Pokemon. In particolare, durante il loro servizio, si sono lasciati distrarre dall’apparizione di un esemplare raro, “Snorlax”, Pokemon noto agli appassionati per essere sempre assonnato e soprattutto per essere molto raro.
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Tutto questo rientra nel fenomeno Pokemon Go, uscito nel luglio del 2016, che si è trasformato in poco tempo in videogioco virale. Difatti, grazie all’utilizzo della realtà aumentata e della geolocalizzazione, il gioco permette agli utenti di trasformare il mondo in cui vivono un un vero e proprio scenario videoludico, con ambientazioni a tema e con l’ubicazione dei mostriciattoli in luoghi reali.
Tutto questo ha contribuito a creare un grande coinvolgimento per gli appassionati e per coloro che hanno scoperto solo successivamente, grazie a questo gioco, la saga giapponese; i giochi precedenti infatti, per quanto di grande successo, erano giochi tradizionali. Ma il coinvolgimento è stato troppo nel caso dei due poliziotti americani.
Il tentativo di ricorso: “violata la nostra privacy”
L’episodio della caccia al Pokemon durante il servizio è in realtà stato ulteriormente aggravato dalle circostanze in cui si è svolto; difatti il capitano Gomez della divisione di polizia a cui appartenevano Lozano e Mitchell era impegnato sulla scena di un omicidio. In questa circostanza ha ricevuto un’ulteriore segnalazione, per una rapina in corso in un supermercato.
Per risolvere la difficile situazione il capitano ha contattato la pattuglia dei due, dai quali ha semplicemente ottenuto un “no” come risposta. In una riunione tenutasi nel pomeriggio, in seguito agli eventi, i poliziotti hanno affermato di non aver ricevuto la chiamata e successivamente di averla ricevuta ma di non aver capito bene a causa dei rumori del quartiere.
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Questo ha insospettito Gomez che ha voluto ascoltare le comunicazioni e visionare le riprese interne all’auto (sistema DICVS); alla luce di queste prove dunque è stato possibile ricostruire le dinamiche degli eventi ed attribuire in maniera inequivocabile la responsabilità ai due agenti.
La difesa che i due hanno tentato è stata basata sulle modalità di acquisizione delle prove; difatti, secondo la loro visione, le immagini del sistema video dell’auto non avrebbero potuto essere usate a tale fine. Il loro ricorso però è stato rifiutato dal giudice, mettendo fine ad una vicenda che si trascinava dal 2017.