Secondo una analisi accurata sembra che, il grafene presente nelle mascherine FFP2, possa causare dei danni non indifferenti agli esseri umani. Ma cosa, in modo approfondito, questo studio?
La Francia ha consigliato vivamente di non utilizzare mai più le mascherine FFP2 perché sono fatte con il grafene, ossia un materiale molto usato in ambito tecnologico. Infatti, è inevitabile che possa essere un rischio per la salute legato alle particelle di questo elemento presenti nei dispositivi di protezione che, oramai, sfruttiamo tutti i giorni.
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Oltretutto, viene anche detto che la seguente tipologia di mascherine è molto utilizzata in diverse strutture ospedaliere, ma viene anche venduta regolarmente come se fosse un qualunque altro prodotto. A scopo preventivo sconsigliano vivamente di indossarle, anche se pare siano in attesa di valutare i possibili danni futuri delle FFP2; cos’altro hanno detto in merito?
Le affermazioni sugli studi compiuti
A fornire questi dispositivi di protezione è il produttore cinese Shandong Shengquan New Materials, motivo per cui Mediapart, una rivista francese che si occupa di giornalismo investigativo, ha voluto inviare una lettera all’ARS in cui viene detto ciò: “In questa fase sono state individuate 60,5 milioni di mascherine FFP2 con marcatura CE potenzialmente contenenti grafene, di cui 16,9 milioni è stato distribuito nel 2020“.
Ma non è la prima volta che qualcuno si lamenta dei danni che potrebbero provocare le mascherine a lungo andare: anche il Ministero della Salute del Canada si era espresso sulla faccenda in passato, il quale, dopo aver effettuato alcune analisi, ha rivelato che “l’inalazione di particelle di grafene potrebbe causare tossicità polmonare precoce negli animali. Tuttavia, non è ancora noto il potenziale di inalazione di queste particelle negli esseri umani“.
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La scienza continua ugualmente ad affermare che siano dei dispositivi indispensabili per la protezione contro il Covid-19. Sostengono la seguente tesi: “Abbiamo identificato la vitalità dei batteri sulle comuni maschere per il viso e abbiamo scoperto che la maggior parte di essi (90%) rimane in vita dopo 8 ore. Utilizzando il grafene indotto dal laser (LIG), il tasso di inibizione migliora fino a circa l’81%. In combinazione con l’effetto fototermico, è stato possibile ottenere un’efficienza di uccisione batterica del 99,998% entro 10 minuti. Per i batteri aerosolizzati, LIG ha anche mostrato una capacità antibatterica superiore. Può essere convertito da una varietà di precursori del carbonio, compresi i biomateriali, il che allevia lo stress di approvvigionamento e la pressione ambientale“.