Il fisco ha affinato le armi negli ultimi anni, e per mantenersi al passo con i tempi ha ovviamente introdotto strumenti digitali e tecnologici. L’ultima miglioria, come scrive il quotidiano Libero, riguarda i social network, spazio web sociale che praticamente ogni italiano utilizza con quotidianità tutti i giorni.
Ebbene, secondo quanto scritto dal giornale sul suo sito online, il fisco starebbe utilizzando i social per scovare i furbetti che non pagano le tasse, gli evasori. In che modo vi starete chiedendo voi, semplicemente visionando le foto che postate, il vostro stile di vita, quindi se fate vacanze da mille e una notte, se girate su una supercar, e se mostrate orologi costosi. Bene, se pagate le tasse non vi è alcun problema, ma se per caso avete “dimenticato” di dichiarare qualcosa al fisco, be a quel punto potrebbero essere guai.
IL FISCO E LA CACCIA AGLI EVASORI ATTRAVERSO LE FOTO DEI SOCIAL: ATTENZIONE
POTREBBE INTERESSARTI → Wall Street attende il debutto di Reddit, social longevo e amatissimo
“Il Fisco potrebbe usare questa vostra abitudine per incastrarvi – scrive il quotidiano diretto da Sallusti – occhio, insomma, a condividere immagini di cene al ristorante e regali di lusso”. Al momento non è ancora una pratica effettiva, ma secondo quanto riferisce ilgiornale.it, in un futuro non troppo lontano “quelle immagini potrebbero essere sfruttate della Entrate per l’accertamento dei redditi del contribuente”. E’ questo quanto previsto da un documento del ministero dell’economia, che punta ad esplicitare, mettendo nero su bianco, gli obiettivi della riforma dell’amministrazione fiscale prevista dal Pnrr, il piano nazionale di resilienza attuabile grazie ai fondi concessi dall’Unione Europea, il Recovery Fund. Va comunque precisato che, per poter utilizzare fotografie e immagini di vita quotidiana nei confronti di un potenziale evasore, servirà l’autorizzazione del Garante della Privacy, di conseguenza non si tratterà di un’operazione “leggera”.
POTREBBE INTERESSARTI → La CIA storce il naso per la mancata privacy derivata dai social
In ogni caso non si tratta di una novità italiana, in quanto già altre nazioni l’applicano per dare la caccia agli evasori, come ad esempio la Francia, che con la legge di bilancio del 2020, ha introdotto una norma che permette alle autorità fiscali “la facoltà di controllare la veridicità delle dichiarazioni fiscali attraverso le informazioni presenti sui social network e le piattaforme web”. Libero, tornando alla questione Garante della Privacy, ha comunque ricordato che il Codice della privacy vede fra le proprie attività di rilevante interesse generale “la prevenzione e il contrasto all’evasione fiscale”. Ilgiornale.it conclude: “Aumentando la capacità dell’Agenzia guidata da Ernesto Maria Ruffini di indagare i dati che i contribuenti disseminano nelle loro transazioni quotidiane e aggiungendovi anche le tracce lasciate sui social l’attività di controllo avrebbe una spinta decisiva”.