Chiamatele CPU 2.0. D’altronde il mondo della tecnologia corre talmente ad alta velocità, che qualsiasi dispositivo, o quella componente di un processore che carica le istruzioni dei programmi in memoria, nello specifico, non può durare per molto tempo, senza un cambiamento più o meno radicale.
E’ successo per i PC, per gli smartphone, per app che non possono essere più supportate da telefoni più o meno recenti, potrebbe accadere a breve anche per le cosiddette Central Unit Processing, unità di misura centrale di elaborazione, o processore centrale, indicanti un’unità che sovraintendono alle funzionalità logiche di elaborazione di un PC.
Le CPU così come le abbiamo imparate a conoscere, potrebbe andare in pensione, anche se i i ricercatori dell’University Of Technology di Vienna, che sono riusciti a realizzare un’evoluzione del transistor, ci tengono a precisare che “non vogliamo sostituire completamente la consolidata tecnologia dei transistor a base di silicio con il nostro nuovo transistor, sarebbe presuntuoso”. Ma qualcosa potrebbe cambiare.
Svolta nelle CPU: il segreto sta tutto nel germanio
Le CPU del futuro, infatti, dovrebbero utilizzare molti meno transistor di quelle attuali, grazie proprio allo sviluppo da parte di un nuovo design di transistor adattivo in grado di cambiare la configurazione della CPU.
Con questi nuovi transistor creati dai ricercatori della University of Technology di Vienna, i futuri processori potrebbero utilizzare l’85% in meno di transistor rispetto a oggi. Un cambiamento non di poco conto, anche se un minor numero di transistor comporterebbe anche un consumo energetico e temperature inferiori, nonché un ridimensionamento e prestazioni della frequenza più elevati.
“È più probabile che la nuova tecnologia venga incorporata nei chip dei computer come componente aggiuntivo in futuro – specifica il team della University of Technology di Vienna, in una dichiarazione ufficiale – per alcune applicazioni, sarà semplicemente più efficiente dal punto di vista energetico e conveniente fare affidamento su transistor adattivi”.
Oltre a cambiare il modo in cui verranno progettati i chip dei computer del futuro, questi nuovi transistor adattivi austriaci porteranno anche a nuove possibilità nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, nelle reti neurali e perfino nella logica che funziona con valori oltre a zero e uno.
La svolta del team di ricercatori dell’Università di Tecnologia di Vienna è data dallo sviluppo di un design adattivo di transistor utilizzando, grazie alle sue proprietà di semiconduttore, il germanio (un semimetallo lucido, duro, bianco-argenteo dal comportamento chimico simile a quello dello stagno, tanto per intenderci) invece dell’attuale tecnologia al silicio.
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“Un vantaggio enorme”. Lo definiscono così i ricercatori, perché il germanio “ha una struttura elettronica molto speciale: quando si applica la tensione, il flusso di corrente inizialmente aumenta, ma dopo una certa soglia – precisano – il flusso di corrente diminuisce di nuovo. Con l’aiuto dell’elettrodo di controllo, possiamo modulare a quale tensione si trova questa soglia”.
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Le CPU 2.0 per il momento è un pensiero stupendo da rendere reale e fattibile, ci vorrà del tempo prima che il nuovo design dei transistor del team inizi ad apparire nei processori standard, ma la velocità con cui corre la tecnologia, oggigiorno, è alquanto elevato.