Annus horribilis. Lo etichetteranno così il 2021 tutte quelle aziende che pensavano di sfruttare la tecnologia per migliorare il mondo in cui viviamo, pensando anche un proprio tornaconto, ma ricevendo soltanto delusioni.
Ci sono stati momenti, quest’anno, in cui la tecnologia ha fatto cilecca, basti pensare che il 2021 verrà ricordato come l’anno del maggior numero di attacchi hacker, senza dimenticare il clamoroso down di Meta, che ha visto andare giù contemporaneamente, per molte ore, Facebook, Whatsapp e Instagram.Gigantesche interruzioni di internet e pluri-attacchi ransomware.
Aprile horribilis per Facebook LinkedIn. Il social media di Mark Zuckerberg, il terzo dominio più cliccato nel 2021, disponibile in oltre 100 lingue, ha visto pubblicare nel Dark Web informazioni personali di mezzo miliardo di utenti, inclusi numeri di telefono, compleanni e indirizzi e-mail.
Citizen, Colonial Pipeline e Amazon: quanti problemoni
E che dire del servizio web di rete sociale di Microsoft, gratuito (con servizi opzionali a pagamento), impiegato principalmente nello sviluppo di contatti professionali e nella diffusione di contenuti specifici relativi al mercato del lavoro, presente in oltre 200 paesi: sempre ad aprile, circa 500 milioni di profili dei suoi utenti erano stati messi in vendita, su un sito web di hacker.
A maggio è toccato a Citizen, una startup la cui applicazione invia avvisi di criminalità in tempo reale, che ha offerto una ricompensa di 30.000 dollari per chi aiutasse a scoprire il mandante o sicario dell’incendio a Los Angeles. Suggerimenti, tra cui una foto di un uomo pubblicata su Signal, hanno portato la polizia a trattenere un sospetto. C’era solo un “piccolo” problema: si è scoperto che la persona sospettata era stato identificato per errore. Questo perché Citizen aveva utilizzato un nuovo prodotto nella sua app, chiamato OnAir, per trasmettere le informazioni sul sospetto, ma che non ha seguito i propri protocolli di verifica, prima di far circolare le informazioni.
Si potrebbe scrivere un libro sugli attacchi ransomware, in cui gli hacker hanno ottenuto l’accesso a un sistema informatico e, in sostanza, tenendo sotto scacco una quantità incredibile di azienda, una su tutte la Colonial Pipeline, uno dei più grandi oleodotti di carburante degli Stati Uniti, costretto a interrompere le operazioni dopo che la sua rete era colpita da un attacco informatico. Colonial Pipeline si è inginocchiata davanti gli hacker, sborsando il riscatto di quasi 4,4 milioni di dollari.
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A giugno, il pluri-down di Reddit, CNN, Amazon e molti altri, oscurati a causa di un’interruzione della rete di distribuzione dei contenuti Fastly. Un problema simile che ha attanagliato anche Akamai Technologies. Che ha dovuto fare i conti con i problemi con il suo sito e quelli dei vari Southwest Airlines, United Airlines, Commonwealth Bank of Australia e Hong Kong Stock Exchange.
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A dicembre, il servizio di cloud computing di Amazon ha subito tre interruzioni che hanno portato a problemi per Disney+, Slack, Netflix, Hulu e molti altri, che ha costretto Amazon a interrompere le operazioni alcune operazioni logistiche. Per fortuna che sia agli sgoccioli, l’annus horribilis è giunto alla fine.