Una realtà nostrana fatta di professionisti made in Italy. Si chiama SiComputer ed è il più grande produttore italiano di materiale informatico.
Si parla troppo delle aziende estere di PC, telefonia, gadget elettronici, dimenticando che anche nel nostro paese c’è chi si distingue egregiamente. La cattiva abitudine dell’importazione mette, purtroppo, in cattiva luce il grande lavoro che avviene nel nostro territorio.
Naturalmente, il discorso va esteso a qualunque altro campo: alimentare, edilizio, manifatturiero, e così via. L’avvento degli e-commerce, in questo senso, non ha giovato particolarmente alla produzione interna.
Per l’appunto, non tutti conoscono l’azienda SiComputer, specializzata nella produzione di personal computer completamente italiani. Proprio così. Non c’è nulla di americano, coreano o cinese. Materiale tutto fatto in casa.
Grazie al reportage condotto dai colleghi di DDAY.it, abbiamo la possibilità di conoscere questa realtà più da vicino.
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Come nasce SiComputer
L’azienda ha sede a Lugo (Ravenna), nella Bassa Romagna e si è lanciata in quest’avventura nel 1993, iniziando come distributore di componenti. Man mano ha iniziato il lavoro di assemblaggio e, solo col tempo, è riuscita a creare una propria produzione.
Molti conosceranno il brand visto che, poco più di 15 anni fa, partecipò al “Green Button Award”, il premio organizzato da Microsoft Italia per eleggere il miglior Media Center. All’epoca, gareggiavano anche altri importanti produttori ormai tramontati.
Si tratta dell’unica azienda italiana del settore tecnologico rimasta in piedi anche in seguito alle difficoltà che hanno riguardato il mercato negli anni passati e più recenti. Dunque, attualmente, è il più grande produttore italiano di personal computer.
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Lo sviluppo malgrado in seguito le difficoltà
SiComputer ha raccontato a DDAY.it di essersi focalizzata su due aspetti fondamentali: la personalizzazione dei prodotti e la vicinanza al cliente e al territorio. Dettagli che i colossi, spesso, tendono a trascurare.
Non a caso in ogni Paese europeo c’è almeno un grande produttore locale, che si fa carico di quelle forniture che, per mille motivi, risultano complicate ai grandi brand.
Bisogna sottolineare che i PC di SiComputer sono difficili da reperire, al momento. Ciò dipende dal fatto che la società ha scelto di affidarsi a una rete di circa 1500 rivenditori, principalmente, dealer informatici del settore b2b (a favore di aziende ed enti).
Per quanto riguarda la produzione, SiComputer spazia dai minitower ai mini PC, dai notebook agli all-in-one, dalle workstation a server più potenti. A tal proposito, Stefano Margutti, il marketing manager ha specificato:
Stiamo allargandoci anche ad altri ambiti: per esempio abbiamo lanciato di recente una serie di PC da gaming, sia desktop che notebook, chiamata Aron.
Sulla carenza dei chip, sembra che la società si sia mossa in anticipo, cercando di fronteggiare in modo adeguato il problema, come spiega Stefano Zaganelli, uno dei fondatori:
Grazie ai rapporti consolidati con i fornitori, le materie prime non ci sono mai mancate, ma i prezzi sono in crescita repentina. Finora, siamo riusciti a mantenere i listini ed assorbire gli aumenti senza trasferirli a valle. Speriamo che la situazione si normalizzi e non sia necessario rivedere i listini nemmeno nei prossimi mesi…
La produzione e la personalizzazione dei prodotti
La fase di produzione è curata nel minimo dettaglio ed il lavoro è manuale, un paradosso per un’azienda che fabbrica macchine.
Tuttavia, l’approccio è industriale: c’è una gestione della produzione ed una lavorazione a lotti. La catena di montaggio funziona alla perfezione ed il team è realmente esperto del proprio lavoro, sempre concentrato sulla propria mansione. Ecco cosa dice Zaganelli sul sistema di personalizzazione:
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La personalizzazione della macchina è uno dei nostri mantra, solo così possiamo competere con i grandi colossi. Può capitare, per esempio, che un capitolato di gara richieda una porta seriale, per l’interfacciamento con device legacy: a quel punto per noi è semplice configurare una macchina con le specifiche precise, cosa impossibile per le filiali italiane dei grandi brand.