Un robot capace di volare e di assumere un ruolo tanto importante quanto significativo? Sì, ed è tutto italiano: vediamo come funziona.
All’Istituto Italiano di Tecnologia è stato sviluppato un robot umanoide con una capacità unica nel suo genere: il volo. Esattamente come IronMan utilizza dei propulsori dalle proprie mani per farlo, sfruttando anche un jetpack presente sulla schiena.
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Non è ovviamente la prima volta che progettano una macchina del genere e tanto meno sarà l’ultima: l’industria si occupa propriamente di robot da anni, i quali sono in grado di svolgere compiti sempre più complicati e che potrebbero rendere la nostra vita più facile. Ma per che cosa è stato pensato questo nuovo progetto?
Le spiegazioni degli sviluppatori
La squadra di ricerca che si è occupata di crearlo è stata diretta da Daniele Pucci a capo del laboratorio per l’Intelligenza Artificiale e Meccanica, il quale ha installato un jetpack sulle spalle di IronCub, il nome del robot. Hanno pensato che potesse essere utile durante delle situazioni emergenziali o per il pronto intervento in aree troppo pericolose sia per paramedici che per vigili del fuoco. Ciò, dunque, preclude il fatto che non dovranno essere messe in pericolo vite umane.
A tal proposito Pucci, a Innovation Post, ci fa sapere che: “Abbiamo immaginato uno scenario post-disastro, come potrebbe essere uno tsunami o un terremoto. Una situazione che si presenta con palazzi distrutti, incendi o inondazioni con ostacoli che si interpongono tra questi edifici e ci sono sopravvissuti da cercare. Per fare questo in sicurezza c’è bisogno di un robot che sia, innanzitutto, capace di arrivare sul posto e poi di camminare e muoversi all’interno di un ambiente antropomorfo“.
Il suo discorso non finisce qui e continua, dicendoci pure questo: “Un ambiente dove, magari, si devono aprire porte, oppure chiudere valvole per evitare, ad esempio, fuoriuscite di gas. E poi, una volta finite le ispezioni di un edificio, deve essere in grado di continuare il suo lavoro in altre strutture. Scavalcando fiamme provocate dagli incendi, o inondazioni. L’idea di un robot umanoide volante, quindi, si adatta molto bene a questi casi. Per noi che lavoriamo con iCub, che è un progetto nato ormai una quindicina di anni fa, il passo più breve era quello di prendere il robot umanoide e dotarlo di una tecnologia in grado di farlo volare“.
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Infine, l’esperto afferma anche a Engadget le seguenti parole in merito al suo utilizzo:
“Penso davvero che i robot umanoidi aerei possano essere un punto di partenza per i test per costruire esoscheletri per gli esseri umani. La recente storia di successo di Richard Browning mostra la fattibilità ingegneristica di questi esoscheletri futuristici. Tuttavia, il viaggio davanti a noi è ancora lungo. E possiamo utilizzare robot umanoidi per accelerare il nostro viaggio evitando troppi test umani“.