Abbiamo avuto modo di assistere al lancio di James Webb, ovvero l’ultimo telescopio spaziale della NASA. Attendevano il suo decollo da diverso tempo, ed ora che abbiamo la possibilità di vederlo non ci resta altro che guardarlo.
Assistiamo ogni anno alla nascita di diversi progetti interessanti e che ci lasciano senza fiato continuamente, motivo per cui siamo contenti di vedere in che modo si evolve la tecnologia mondiale.
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E siamo ancora più soddisfatti quando si tratta di strumenti spaziali, i quali vengono utilizzati in seguito proprio per favorire il lancio di ulteriori missioni nello spazio o, in altri casi, la scoperta di materiali, di pianeti o di forme di vita aliena.
La storia di James Webb
Ma tra le maggiori creazioni attuali, però, è inevitabile parlare di James Webb, il telescopio spaziale della NASA che dopo aver fatto un viaggio lunghissimo per arrivare al luogo di conservazione, è stato protagonista di un decollo avvenuto proprio ora.
E dal momento che si tratti di una vicenda più unica che rara da vedere, e probabilmente anche da sperimentare per coloro che lo hanno costruito, non ci resta che osservare l’incredibile decollo effettuato di recente.
È avvenuto alle 13:20 al Kourou Space Center, nella Guyana francese, il lancio ufficiale del telescopio spaziale James Webb, cioè un avanzato strumento della tecnologia astronomica mondiale nato dalla collaborazione fra la NASA, L’Esa e l’agenzia spaziale canadese.
Lo sviluppo è iniziato 20 anni fa, e pare che gli strumenti impiegati per la sua realizzazione siano costati 12 miliardi di dollari. Grazie a lui sarà possibile guardare l’universo in un modo completamente diverso da come ce lo aspetteremmo.
Difatti, con James Webb avremo l’occasione di fare chiarezza su alcuni dilemmi riguardanti l’universo, inoltre potremo fare luce sulle prime stelle dello spazio e perlustrare l’intero cosmo con l’obiettivo preciso di cercare tracce di vita extraterrestre.
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Il telescopio spaziale è diretto verso un punto a più di 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, chiamato Lagrange L2, e che dovrebbe raggiungere fra circa un mese di viaggio. Quello sarà il suo parcheggio spaziale, posto in cui riuscirà a rimanere attivo con poco tempo e grazie ad una quantità davvero minima di carburante.