Quella riguardante il telescopio James Webb è senza dubbio la missione spaziale più attesa di sempre. Del resto sullo stesso ci stanno lavorando la Nasa, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, e l’Esa, l’omologa europea, da anni; un totale di 15 diversi paesi al lavoro fin dal 1996, per un progetto il cui lancio era previsto inizialmente nel 2007, ben 14 anni fa.
Oggi il telescopio James Webb si trova ovviamente ancora a terra, precisamente nella Guyana Francese, e non vede l’ora di farsi sparare in orbita attorno al Sole, ad una distanza di circa un milione e mezzo di chilometri dalla Terra. Il conto alla rovescia sembrerebbe iniziare veramente questa volta, e dopo una serie infinita di ritardi dovuti a problemi tecnici di varia natura, e ben 10 miliardi di dollari spesi nel progetto, contro i 500 milioni previsti negli anni Novanta, il countdown è iniziato.
IL TELESCOPIO SPAZIALE JAMES WEBB PRONTO AD ENTRARE IN AZIONE: ECCO PERCHE’ E’ COSI’ IMPORTANTE
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Se tutto andrà come previsto il telescopio verrà a breve inviato presso la sua posizione di osservazione su un punto di Lagrange, ed impiegherà circa sei mesi per “organizzarsi”, ovvero, preparare le sue incredibili strumentazioni di cui è dotato, fra cui un enorme specchio da ben 6.5 metri di larghezza. Attraverso le sue strumentazioni a raggi infrarossi, il telescopio potrà indagare le atmosfere di pianeti che sono lontanissimi dalla Terra ma potenzialmente abitabili, e rivelare quindi informazioni sull’Universo che fino ad oggi sono state a noi oscure. Le strumentazioni di cui è dotato il James Webb permettono inoltre di individuare oggetti comici a distanze mai raggiunte prima, cercando quindi di indagare l’universo primordiale, illuminando quanto accaduto nei primi 100 milioni di anni di vita del sistema in cui viviamo.
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Ecco perchè questo gioiello gigantesco è così importante e Roberto Maiolino, dell’Università di Cambridge, è convinto che grazie a questa missione, “in dieci anni faremo scoperte per 400 anni”, a cominciare dall’indagine su “come si sono formati i primi elementi chiave dell’Universo”. Torsten Böker dell’ESA aggiunge “possiamo aspettarci di essere sorpresi” da quanto ci trasmetterà James Webb a partire dal prossimo anno; “vedremo cose che non avremmo neanche sognato di poter vedere, una cosa senza prezzo”. Un’attesa spasmodica quindi, che forse sta per trovare finalmente la sua parola fine a 24 anni dall’inizio del progetto stesso, uno strumento che porterà quindi oltre il Sole ben 25 anni di evoluzione e di ricerca scientifica, nato ancora prima della scoperta di alcuni pianeti a noi molto lontani. Non vediamo l’ora che entri definitivamente in azione.