Uno è un bassotto, facente parte della razza di canidi, caratterizzata dall’altezza ridotto, proporzionalmente inferiore alla lunghezza; un cane da caccia. L’altro è un cane non di nome, ma di fatto.
E’ figlio di Boston Dynamics, una società di ingegneria e robotica meglio conosciuta per lo sviluppo di cani robot, quadrupedi progettati per l’esercito statunitense, con il finanziamento del DARPA, e per il DI-Guy, un software molto realistico per la simulazione umana.
Passato, presente e futuro s’intrecciano e s’intersecano in un video virale di qualche mese fa a San Pietroburgo, diffuso da Reuters e ripreso da molti quotidiani nazionali, vedi La Repubblica, leggasi La Stampa.
Passato, presente e futuro: la convivenza che ci attende?
Se sia una vera e propria lite fra un bassotto normale e Spot, così come è stato chiamato il robodog di Boston Dynamics, questo in realtà lo sanno solo loro. Ma convivono, e questo è quello che ci aspetta per il futuro, anche se immaginarlo per la razza umana, per il momento soltanto ipotizzabile, non è che faccia proprio impazzire. Tant’è.
Del bassotto, più o meno, si sa tutto. Ma di Spot? Spot automatizza il rilevamento e l’ispezione, acquisisce dati illimitati ed esplora il mondo che lo circonda senza limiti. E’ un robot agile mobile che si muove sul terreno con una mobilità senza precedenti, consentendoti di automatizzare le attività di ispezione di routine e l’acquisizione dei dati in modo sicuro, accurato e frequente.
Spot è forte, trasporta e alimenta fino a 14 chili di apparecchiature di ispezione. Spot viene controllato da lontano utilizzando, ovviamente non un guinzaglio dotato di Intelligenza Artificiale, ma un’applicazione tablet intuitiva e telecamere stereo integrate. Programma missioni autonome ripetibili per raccogliere dati coerenti.
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Esistono due “razze” di Spot. Uno viene chiamato esploratore di punti, batteria ricaricabile, missioni autonome, wi-fi 2,4 ghz. L’altro è uno Spot Enterprise: automatizza completamente l’acquisizione remota dei dati, dock di ricarica automatica, missioni autonome ampliate, supporto wi-fi dual band.
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Il primo è dotato di una autoricarica, esegue la raccolta di dati di routine o su richiesta, in luoghi remoti e senza interazione umana. Il rilevamento dock integrato e facile da usare, l’interfaccia del tablet consente a Spot perfino di tornare a casa. Il secondo sfrutta l’hardware aggiornato per migliorare ulteriormente la sicurezza, le comunicazioni e il comportamento su siti remoti, con missioni Autowalk più lunghe, Wi-Fi avanzato, connessione Ethernet mentre è agganciato, fornisce dati autonomi definitivi, acquisizione e download dei dati post-missione. Sicuramente più performante, ma in fondo in fondo il bassotto è più bello, più accarezzabile, dà più soddisfazioni.