Una nota azienda ha voluto acquistare un’altra società, prendendo possesso, ovviamente, di tutti i suoi precedenti dati. In base a ciò che emerso, però, sembra che vogliano venderli.
Molte compagnie promettono ai loro utenti di salvaguardare la gestione dei propri dati in modo tale da porsi nel modo più professionale possibile, e dal momento che, a volte, sia davvero essenziale farlo, questa rientra tra le prime priorità fra le società che propongono servizi di geolocalizzazione ad esempio.
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Una tra le più gettonate in generale, di recente, ha voluto comprare una azienda che in precedenza aveva raccolto numerose informazioni sui suoi clienti. Dopo aver acquisito i tracker della compagnia, adesso pare che abbia intenzione di venderli al miglior offerente in sostanza.
I piani di Life360
Si tratta di Life360, una nota azienda americana che produce sistemi di tracciamento e che fornisce servizi basati sulla posizione dei suoi utenti in tutto il mondo. Per poterne fare uso i suoi clienti scaricano l’applicazione in questione ed effettuano la condivisione delle coordinate, delle notifiche e dei messaggi dei membri della propria famiglia.
La compagnia, in se per se, fa molto bene il suo lavoro. Tuttavia, il problema sta nel fatto che abbiano intenzione di vendere i dati dei tracker di alcuni utenti di una società appena acquistata. Il report in questione è stato pubblicato da The Markup, il quale avrebbe parlato dei metodi particolari di questa azienda.
Si tratta della vendita delle informazioni personali di 33 milioni di utenti di Tile, una ex compagnia che si occupava di produrre delle targhette per portachiavi, zainetti e altri oggetti in cui poterle inserire. Lo scopo, come è facilmente intuibile, sarebbe stato quello di evitare che potessero essere smarriti.
Il fatto che possa succedere, però, non è una novità: già l’anno scorso Life360 avrebbe incassato 16 milioni di dollari grazie alla vendita delle location dei propri servizi. Inoltre, anche un ex dipendente di Cuebiq avrebbe confermato le sue azioni sostenendo che venissero fatte per la realizzazione di alcune campagne di marketing.
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Di tutta risposta Chris Hulls, il fondatore e CEO della società, ha affermato che le informazioni personali dei propri utenti sono una risorsa preziosa e che non si azzarderebbero mai a venderle. Tuttavia, qualora non ci fosse alcuna identificazione tra una persona e l’altra, loro non avrebbero motivo di non dare via questi dati.