Alexa fa molto bene a contrastare la solitudine e soprattutto agli anziani. Lo ha evidenziato un’interessante progetto, leggasi Voice4Health, realizzato dal Centro di ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica.
Durante la ricerca è stato fatto usare ad alcune persone anziane l’assistente intelligente di Amazon, e il 62 per cento degli utilizzatori, dopo il test, ha detto di sentirsi meglio, mentre il 98 per cento ha espresso la volontà di comunicare di più con altre persone attraverso le nuove tecnologie. La sperimentazione ha coinvolto 60 uomini di età compresa fra i 65 e gli 80 anni, e tutti i partecipanti hanno ovviamente ricevuto un dispositivo Alexa da utilizzare per due settimane. Il 75%, dopo l’utilizzo, ha dichiarato di aver visto il proprio stato di benessere aumentare, con un aumento della risposta positiva “Mi sono sentito calmo e rilassato”, nel corso appunto della sperimentazione. Inoltre, il 52% di coloro che ha partecipato al progetto, ha dichiarato di aver mantenuto uno stato elevato di benessere anche nel periodo successivo il test.
ALEXA E LA SOLITIDINE, L’ESPERIMENTO POSITIVO SUGLI ANZIANI
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«Si tratta di risvolti di grande interesse – ha sottolineato la professoressa Guendalina Graffigna, Ordinario di Psicologia della salute e dei consumi presso l’Università Cattolica di Milano-Cremona e direttore dell’EngageMinds HUB – basti pensare a come la pandemia da Covid-19 abbia accelerato, quando non imposto, un cambio di paradigma nelle relazioni familiari attraverso l’uso di collegamenti da remoto, ma anche alla crescente digitalizzazione della pubblica amministrazione che implica, con lo Spid, la creazione di una propria identità digitale con la quale accedere a molti servizi; per esempio la consultazione del fascicolo sanitario o, sempre in questa fase pandemica, la prenotazione della vaccinazione». Così invece la ricercatrice della Cattolica Serena Barello, che ha analizzato meglio i dati di cui sopra: «Dal punto di vista emotivo il 52% degli intervistati ha dichiarato di aver mantenuto un elevato stato di benessere anche nelle settimane successive alla sperimentazione. Ma di tutto rilievo è stato anche l’impatto sulle relazioni sociali – prosegue Barello – perché dopo la sperimentazione, ben il 62% degli intervistati ha avuto la sensazione di sentirsi meno solo e il 98% ha espresso una maggior volontà di comunicare con altre persone mediante le nuove tecnologie».
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Infine le parole del professor Giuseppe Riva, Ordinario di Psicologia generale all’Università Cattolica, che ha fornito i dettagli su come si è svolta questa sperimentazione: «Da un punto di vista metodologico la matrice scientifica che ha dato luogo a questa ricerca deriva da un altro protocollo chiamato il Giardino segreto (www.covidfeelgood.com) i cui risultati sono già pubblicati a livello internazionale. Si tratta di un video immersivo che simula un ambiente naturale ed è finalizzato a favorire il relax e l’autoriflessione. Tutto ciò – prosegue Riva – è stato integrato con una serie di esercizi che sfruttano le funzioni dell’assistente vocale utilizzato nello studio: giochi, musica, videochiamate, domande e risposte, notizie, ecc. Nel corso della prima settimana di sperimentazione, le persone coinvolte sono state quindi invitate a eseguire alcuni esercizi, basate su applicazioni dell’assistente vocale; mentre nella seconda settimana sono state lasciate libere di utilizzare il dispositivo come meglio credevano. Purché registrassero azioni e sensazioni in un diario, che è stato poi analizzato dai ricercatori dell’Università Cattolica».