Un doppio fine da raggiungere attraverso un doppio mezzo. I danni fatti dall’uomo in tema ambientale stanno diventando di difficile soluzione, i cambiamenti climatici impongono una netta inversione di tendenza, come confermato dal recente summit mondiale tenutosi in Scozia.
Così, mentre quasi tutte le aziende del mondo stanno cercando di ridurre le emissioni di combustibili fossili, ce ne sono altre pronte a generare energia da oceani e fiumi, tanto vasta quanto non sfruttata, in modo da innovare la produzione, senza influire sul cambiamento climatico.
Sulle sponde opposte dell’Atlantico, due aziende stanno lavorando per sfruttare le correnti oceaniche in modi diversi per cercare di generare energia pulita affidabile. La prima si chiama Orbital Marine Power.
Non solo Orbital Marine, c’è anche Verdant Power
E’ una società privata con uffici a Orkney ed Edimburgo, gestisce la cosiddetta turbina mareomotrice più potente del mondo: ha approssimativamente le dimensioni di un aereo e gli assomiglia pure con la sua piattaforma centrale che galleggia sull’acqua e due ali che si estendono verso il basso su entrambi i lati. Alle estremità di ogni ala, a circa 60 piedi sotto la superficie, ci sono grandi rotori il cui movimento è dettato dalle onde.
“L’energia stessa dei flussi di marea è familiare alle persone, è energia cinetica, quindi non è troppo dissimile da qualcosa come il vento“. Così Andrew Scott: “I frammenti di tecnologia che generano energia – spiega il CEO di Orbital in un’intervista alla CNN Business – non sembrano troppo diversi da una turbina eolica“. Ma ci sono alcune differenze chiave nell’energia eolica: le onde sono molto più prevedibili dei venti, il flusso e riflusso delle maree raramente differisce in modo significativo e può essere cronometrato in modo molto più preciso. Le onde di marea sono anche in grado di generare più energia del vento: “L’acqua del mare è 800 volte la densità del vento – continua Scott – Quindi le velocità del flusso sono molto più lente, ma generano molta più energia“. La turbina Orbital, che è collegata alla rete elettrica nelle isole Orcadi scozzesi, può produrre fino a due megawatt, sufficienti per alimentare 2.000 case all’anno, secondo l’azienda.
Scott riconosce che la tecnologia non è ancora del tutto mainstream e rimangono alcune sfide tra cui l’alto costo della tecnologia, ma l’affidabilità e il potenziale dell’energia delle maree potrebbero renderla uno strumento utile nella lotta contro il cambiamento climatico.
Orbital sostiene il progetto Integrating Tidal Energy into the European Grid (ITEG), che riunisce partner provenienti da tutto il Regno Unito, Francia, Belgio e Paesi Bassi per affrontare le emissioni di carbonio legate all’energia nell’Europa nord-occidentale e affrontare i limiti alle esportazioni di rete affrontati in aree remote come le Orcadi, considerate da Orbital “casa nostra”.
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A circa 3.000 miglia di distanza dalle turbine di Orbital, c’è Verdant Power, produttore e installatore newyorkese di energia delle maree e sistemi idroelettrici. Il suo dispositivo principale è una turbina subacquea, simile a una turbina eolica a tre pale, progettata per catturare l’energia dalle correnti di marea e dalle correnti dei fiumi. Invece di galleggiare vicino alla superficie, sono montati su un telaio abbassato sul fondo del fiume.
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“La cosa bella dei nostri fiumi è che potrebbero generare energia 24 ore su 24, 7 giorni su 7”. Parola di Trey Taylor, fondatore di Verdant Power. “Venti e sole non soffiano e splendono sempre, invece le correnti fluviali sì”.