L’informatico australiano Craig Wright si è dovuto difendere da una causa mossa dagli eredi di David Kleiman, suo vecchio amico e collaboratore con cui avrebbe creato i famosi Bitcoin, nascondendosi sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. In ballo più di 45 miliardi di euro in Bitcoin, bisogna vedere se vince la causa.
E’ stato uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi anni, quello deiBitcoin, è quasi sempre collegato a quello riguardante l’eredità dell’inventore della cripto-valuta. La “caccia” all’uomo durata anni, che si nasconde dietro lo pseudonimo Satoshi Nakamoto, quando in realtà si chiama Craig, va avanti ormai da anni e anni, con teorie che si sono fatte via via più fantasiose. Quasi peggio di Banksy, la cui identità rimane segreta ormai da anni. Ecco, siamo quasi allo stesso livello. Quasi. Questo perchè ora, uno dei principali “sospettati” ha la possibilità di dimostrare di essere davvero chi dice di essere e di pagarne sì le conseguenze, ma anche trarne benefici. Craig Steven Wright, questo il suo nome, ha vinto una causa contro gli eredi del suo ex collaboratore ,David Kleiman per l’appunto, sulla proprietà di un pacchetto da ben 1,1 milioni di Bitcoin ritenuto proveniente e di proprietà di Satoshi Nakamoto e tra i primissimi Bitcoin mai rilasciati al mondo. Wright aveva in precedenza dichiarato, che se avesse avuto un vantaggio nel processo, avrebbe dimostrato di essere il creatore della criptomoneta che sta prendendo piede in varie categorie ormai, accedendo a quei Bitcoin .
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La storia che si ripete: anche nel 2016 Craig Steven Wright aveva dichiarato di essere Satoshi Nakamoto, ma erano rimasti dei dubbi sulle sue affermazioni
L’alone di mistero era già stato fatto evaporare, per poco, già nel 2016, quando l’imprenditore ed informatico australiano Craig Steven Wright dichiarò, in un’intervista alla BBC, di essere lui Satoshi Nakamoto e di celarsi dietro questo falso nome. L’informatico per dare credito alla sue parole poi, ha firmato in diretta un messaggio con la chiave di crittografia privata associata alla prima transazione in Bitcoin mai stata fatta. Ma nemmeno questa prova, è servita a togliere i dubbi: secondo alcuni, infatti, la firma era quella riferita al secondo blocco mai creato e non al primo invece. Un sito americano però ci mette davanti ad uno schema: anche se il processo non ha investigato sull’identità di Satoshi Nakamoto con una conferma ufficiale, ha però sentenziato che Craig Steven Wright è il legittimo proprietario di quei 1,1 milioni di Bitcoin. E a lui, si deve TUTTO.
Il processo, giunto a conclusione oggi.
L’enorme pacchetto da oltre 1 milione di Bitcoin. Vale più di 45 miliardi di euro
A discussione, un enorme pacchetto di Bitcoin dal valore di 1,1 milioni, circa 45 miliardi di euro. Secondo quanto chiesto dagli eredi di Kleiman in tribunale, la metà di quella fortuna spettava al defunto parente, scomparso purtroppo nel 2013
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Il processo si è concentrato sul contenuto del Bitcoin e non sulla vera identità di Satoshi Nakamoto. Il processo si è concluso con la vittoria di Craig Steven Wright: l’enorme pacchetto di Bitcoin resta il suo.