Si chiama Robotic Systems ed è un’azienda che sta “minacciando” la multinazionale del miliardario sudafricano Elon Musk, grazie ad un robot a dir poco sorprendente. Si tratta di un “oggetto” tecnologico alquanto ibrido e quindi difficile da collocare in un vero e proprio settore.
“Un’auto, un quadrupede, un umanoide”, viene descritto dalla stessa Robotic Systems, e fra le sue peculiarità ha quella di avere un’accelerazione in grado di battere una Model 3. Ma una volta che questo robot si presenta davanti ad una scalinata, dove ovviamente una macchina, a meno che non sia dotata di mega pneumatici, deve arrestarsi, l’aggeggio si alza di fatto in piedi, o meglio, su delle ruote posteriori, assumendo così le sembianze di un umanoide in tutto e per tutto, e salendo così le scale.
IL ROBOT DI ROBOTIC SYSTEMS CHE SFIDA TESLA: UN IBRIDO FRA AUTO E UMANOIDE
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Si tratta quindi di una strumentazione ad altissima tecnologia che può essere utilizzata, come scrive il quotidiano Repubblica, per vari scopi, come ad esempio trasportare strumenti, ma anche merci, materiali e sensori, a lunga distanza e con efficienza e velocità, superando ostacoli impegnativi come appunto delle scale o dei gradini. E inoltre dotato di un sistema di navigazione intelligente che gli permette di muoversi in maniera precisa negli ambienti urbani. Questo robot potrebbe avere anche applicazioni nel campo militare: si pensi ad esempio alla necessità di una consegna via terra in una zona di guerra o pericolosa, o altri usi simili. In attesa di capire quando questo super robot troverà applicazione nell’uso quotidiano, i sistemi di automazioni stanno divenendo sempre più importanti nella nostra vita, e fra i tanti realizzati negli ultimi tempi vi è anche l’italiano Pepper, messo a punto dal consorzio internazionale coordinato dal Dipartimento di Informatica e Robotica (Dibris) dell’Università di Genova.
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Si tratta di un cosiddetto care robot, quei robot che svolgono funzioni sociali, come ad esempio fare compagnia agli anziani o a persone con un deficit cognitivo, o ancora, con mobilità limitata. Il progetto, denominato Caresses, gioco di parole fra cura e acronimo di Culture Aware Robots and Environmental Sensor Systems for Elderly Support, ha visto l’inserimento di un software nel corpo di un robot, appunto Pepper, già utilizzato tra l’altro all’aeroporto di Bologna come steward di terra. «Il progetto partito nel 2017 ambiva a creare robot di assistenza dotati di Intelligenza artificiale “culturalmente competenti”, in grado cioè di adattare il proprio modo di parlare e agire all’identità culturale delle persone anziane con cui interagiva – spiega ai microfoni del Corriere della Sera Antonio Sgorbissa, il prof a capo del progetto – come dimostrato da numerosi studi, tenere conto dei bisogni e delle preferenze culturali delle persone agevola il successo delle pratiche di assistenza».