Il governo sta valutando la costruzione di centrali atomiche per far fronte ai problemi energetici legati al mining di criptovalute.
L’esodo dei miner cinesi verso il Kazakistan sembra aver portato più problemi che benefici all’economia dell’ex repubblica sovietica. In un primo momento, infatti, il governo del Presidente Qasym Togaev aveva visto di buon occhio l’arrivo – favorito sia dalla vicinanza con la Repubblica Popolare Cinese che dal basso costo dell’energia – delle società attive nel mining di Bitcoin e altre crypto.
Il Financial Times riporta che l’operatore della rete elettrica del paese KEGOC ha affermato che avrebbe iniziato a razionare l’elettricità per 50 minatori registrati, dopo che la richiesta di energia ha portato all’attivazione di una modalità di arresto di emergenza in tre centrali elettriche a ottobre scorso. Saranno anche i primi a disconnettersi in caso di guasti alla rete, ha affermato la società.
Blackout continui in Kazakistan, tutto per produrre criptovalute
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Per via dell’incremento di richiesta di energia elettrica, da ottobre si sono verificati blackout in sei regioni. Funzionari e osservatori hanno attribuito le interruzioni di corrente a un numero crescente di minatori di criptovalute non registrati che generano illegalmente valuta dalle loro case o persino dalle fabbriche. La domanda di energia ha iniziato a salire quando le società di estrazione di criptovaluta si sono trasferite dalla Cina all’inizio del 2021, ed è aumentata di nuovo quando la Cina ha reso illegale l’attività di estrazione a maggio scorso.
Dobbiamo ricordare che il Kazakistan produce autonomamente energia per il suo fabbisogno da poche centrali elettriche a carbone. Sicuramente l’elevata richiesta di corrente da parte dei miner le sta mettendo in ginocchio faticando a soddisfare l’esigenza nata da pochi mesi a questa parte.
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Proprio per questo la Kazakhstan Electric Grid Operating Company, società che produce e fornisce energia elettrica nel Paese, ha comunicato che nei prossimi giorni limiterà la fornitura alle 50 centrali atte a minare le criptovalute presso il Governo. Insomma, la vita per le crypto sta diventando sempre più difficile, infatti anche la Russia ha deciso di vietare completamente le criptovalute.