Lo sviluppo delle reti 5G in Europa ha costi molto alti. e per questo gli operatori chiedono un contributo anche ai grandi player tecnologici.
Lo sviluppo delle reti 5G in Europa ha costi molto alti. Perciò, gli amministratori delegati dei principali operatori, fra cui Vodafone, Swisscom, Telefonica e Orange, hanno inviato una lettera all’Unione Europea chiedendo che le grandi società tecnologiche statunitensi contribuiscano ai costi necessari allo sviluppo della copertura di rete, sopra cui i servizi, come Netflix, Facebook e YouTube, vengono erogati.
Stando però a una lettera firmata dai principali CEO delle varie compagnie telefoniche, tra cui spiccano Vodafone, Deutsche Telekom e Orange, il costo per la realizzazione delle nuove infrastrutture necessarie a gestire la rete 5G è attualmente insostenibile per gli operatori.
Considerato che la maggior parte della richiesta di banda e velocità maggiore nasce dai colossi digitali statunitensi, gli amministratori delegati delle compagnie europee hanno richiesto a quest’ultime un supporto negli investimenti.
5G gli operatori chiedono un contributo alle piattaforme tecnologiche
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Gli operatori hanno infatti dichiarato: “Una parte ampia e crescente del traffico di rete è generata e monetizzata dalle grandi piattaforme tecnologiche, ma richiede investimenti e pianificazione di rete continui e intensivi da parte del settore delle telecomunicazioni.
Questo modello, che consente ai cittadini dell’UE di godere dei frutti della trasformazione digitale, può essere sostenibile solo se le grandi piattaforme tecnologiche contribuiscono in modo equo ai costi della rete [5G].”
L’attuale modello di sviluppo viene definito sostenibile solo se “le grandi piattaforme tecnologiche contribuiscono equamente ai costi per la rete”. Vengono inoltre criticati i costi richiesti dai singoli governi per la cessione delle frequenze che gli operatori possono usare per la loro rete 5G. In Italia Iliad, TIM, Vodafone e WindTre hanno pagato allo Stato oltre 6,5 miliardi di euro nel 2018.
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Inoltre, nella nota inviata all’Unione Europea gli operatori hanno segnalato che la volontà di eliminare i costi per le chiamate internazionali fra i Paesi membri “rimuoverà 2 miliardi di euro dal settore nel giro di quattro anni, che equivale al 2,5% della capacità di investimento annuale del settore nella infrastruttura mobile”.
La lettera è stata firmata dagli amministratori delegati di Telefonia, Orange, KPN, BT Group, Telekom Austria, Vivacom, Proximus, Telenor, Altice Portugal, Telia Companya, Deutsche Telekom, Swisscom e Vodafone.