Chissà se finirà nel Guinness dei primati per il suo essere più unica che rara. Chissà chi realmente potrà permettersela e utilizzare. Chissà. Sta di fatto che la fotocamera più grande del mondo è stata accesa: 3,2 GigaPixel potrà catturare perfino le stelle!
Il team LSST Camera ha celebrato una giornata, presso lo SLAC National Accelerator Laboratory, che potrebbe essere consegnata alla storia: entrambi i sistemi di raffreddamento della fotocamera LSST sono stati accesi. E funzionanti, per la prima volta da inizio dell’anno.
A causa delle sua mastodontiche dimensioni (circa 3 metri e 2.800 kg di peso), la fotocamera LSST genera molto calore, circa dieci volte in più delle prime fotocamere astronomiche. Inevitabile che il sistema di refrigerazione sia tanto necessario quanto funzionante, affinché possa raffreddare quel calore generato dall’elettronica associata, senza introdurre vibrazioni che potrebbero compromettere la qualità dell’immagine.
Il team Camera ha sviluppato due sistemi separati per raggiungere questo obiettivo. Il primo è un sistema “Cold”, che raffredda l’elettronica della zattera. Il secondo, invece, è il sistema “Cryo”, che raffredda i CCD della fotocamera. Entrambi i due sistemi erano già accesi a inizio anno, ma il Cryo funzionava con scambiatori di calore temporanei e l’utility Trunk non era ancora collegata al criostato. Altri problemi, oltretutto, ostacolavano le performance della fotocamera LSST, Finalmente team di Camera sembra averli risolti.
Il sistema Cold è stato il primo a essere messo a puntino. Poi è arrivata la preparazione per l’avvio del sistema Cryo. Ciò ha comportato una serie di passaggi attenti e specifici da parte di Camera, soprattutto perché era la prima volta che si metteva in funzione il sistema con gli scambiatori di calore di produzione. Ciascuno dei sei circuiti del sistema Cryo è stato deliberatamente acceso, poi spento e riacceso. Così il sistema ha iniziato a raffreddare i CCD, raggiungendo i -100°C. Entrambi i sistemi Cold e Cryo impiegano dalle 12 alle 18 ore per raggiungere la loro massima temperatura di raffreddamento.
Step by step. Risolti i problemi di raffreddamento, il team Camera può finalmente alzare l’asticella, salire al piano superiore: quel lavoro sulla suite completa di test elettro-ottici per ottimizzare le prestazioni del piano focale, che includono i CCD, l’elettronica della scheda di lettura e i sistemi termici.
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Ci vorranno nuovi test di verifica in determinate condizioni operative, che implicheranno in primis la raccolta di dati e immagini in un arco di tempo di circa sei settimane, che analizzeranno una serie di fattori: diffusione, rumore di lettura, pixel o colonne scuri o caldi, guadagno, diafonia, non linearità, più luminoso-grasso e inefficienza del trasferimento di carica.
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Se tutto andrà come nei pensieri del team Camera, la fotocamera LSST potrebbe essere pronta per la spedizione da Menlo Park, dove si trova attualmente, in Cile nel 2022. I primi scatti sono previsti per il 2023. Scatti di un certo tipo, mai visti prima: telescopio a tre specchi con il primario di 8,4 metri di diametro, progettata per fornire un campo visivo di 3,5 gradi, risoluzione a 3,2 gigapixel. Una roba mai vista.
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