Per chi non si accontenta e vuole fare modding sulla propria PS5 solo con prodotti ufficiali arriva il kit ufficiale di Sony.
Il design di PlayStation 5 è di quelli che vuole catturare l’occhio, con le due ampie “vele” laterali che slanciano e alleggeriscono la mole imponente della console con la loro svasatura. Dai tempi del primissimo teardown, quello realizzato da Sony stessa, sappiamo che le due cover laterali di PS5 sono removibili, e dunque intercambiabili.
Ormai dal lancio della console è passato quasi un anno, e di cover ufficiali però non se ne è vista nemmeno l’ombra. In compenso varie realtà terze si sono attivate per incontrare questa domanda ancora insoddisfatta del mercato: il caso più celebre è sicuramente quello del celebre marchio DBrand, che già a febbraio nel suo catalogo di personalizzazioni ha aggiunto le “Darkplates” per chi voleva tingere di nero la propria PS5, sfidando il colosso giapponese frontalmente, e chiedendo di fargli causa.
Sony aggredisce il mercato con un prodotto OEM: ecco la cover per la PS5
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Sony non se l’è fatto ripetere due volte, e ha portato DBrand in tribunale . Ma l’azienda non si è scoraggiata, e a ottobre ha presentato le sue Darkplates 2.0. DBrand, comunque, non è certo l’unica realtà che si è attivata per commercializzare cover alternative per PS5: anche cercando su Amazon, infatti, è possibile trovarne alcune capaci di trasformare il look della propria console.
In questo contesto, emerge un elemento che potrebbe far pendere l’inerzia dello scontro a favore di Sony. L’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ha infatti approvato il brevetto richiesto da Sony che descrive proprio le faceplate, o come recita la descrizione il “design ornamentale per una cover destinata a un dispositivo elettronico“.
La richiesta di brevetto era stata inoltrata il 5 novembre del 2020, quindi poco prima del lancio di PlayStation 5, ed è stata accolta da pochissimi giorni, e precisamente il 16 novembre 2021.
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Sony punta chiaramente a creare un mercato attorno alle cover per PS5, con la possibilità di creare personalizzazioni non solo cromatiche, ma anche legate ai vari franchise proprietari, un po’ come avveniva per le console personalizzate, ma senza dover cambiare macchina solo per una questione estetica, e quindi presentando un prodotto che abbia appeal sia per chi PlayStation 5 ce l’ha già, sia per chi ancora deve comprarla. Ed è quindi chiaro che non mollerà facilmente l’osso, e cercherà di restringere il più possibile il campo di azione di realtà terze in questo spazio.