E’ ufficialmente scattata la missione DART della Nasa, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti. Si tratta senza dubbio del progetto più affascinante degli ultimi anni, e che ha come obiettivo quello di deviare un asteroide, modificandone la rotta.
Lo scopo, cercare di capire se sia appunto possibile deviare un corpo celeste lontano migliaia di chilometri dal nostro Pianeta, di modo da evitare un possibile impatto con la Terra. Dart è l’acronimo di Double Asteroid Redirection Test, e funziona attraverso una sorta di “bombardamento” del meteorite, o meglio, una spinta dello stesso, deviandolo quindi lontano da noi.
AL VIA LA MISSIONE DART DELLA NASA, CON L’OBIETTIVO DI DEVIARE UN ASTEROIDE
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Per la prima volta, grazie a questa missione, viene utilizzata la tecnica dell’impatto cinetico, che consiste in parole povere nello scagliare una navicella spaziale ad alta velocità contro un asteroide: l’obiettivo scelto è la coppia costituita da Didymos e la sua luna Dimorphos. Alle ore 7:21 italiane di ieri, il razzo SpaceX Falcon 9, di proprietà di Elon Musk, è decollato per quello che la Nasa definisce “il primo grande test per la difesa planetaria”. Dopo la collisione fra la navicella spaziale e la coppia di asteroidi Dydimos e Dimorphos, con un diametro rispettivamente di 780 e 160 metri cerca, dovrebbe verificarsi la “magia”, o almeno gli ingegneri spaziali sperano. Una missione che ci riguarda da vicino visto che alla stessa partecipa anche l’Italia grazie all’Asi, l’agenzia spaziale italiane, e il cubesat LICAcube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids) dell’azienda torinese Argotec.
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“È una missione americana – ha spiegato ad Askanews Barbara Negri, responsabile del volo umano e strumentazione scientifica dell’Agenzia spaziale italiana – ma la parte che svolgerà l’Italia nella missione DART generale è enorme. Il nostro piccolo cubesat che, apparentemente, è un passeggero insieme con DART, avrà questo ruolo importantissimo di trovarsi lì nel momento dell’impatto e di fare una vera e propria cronistoria, testimoniata da immagini con la camera ad alta risoluzione e con l altra camera a largo campo di vista, di quello che succederà nel momento in cui questo impatto cinetico avverrà contro il più piccolo dei due asteroidi del sistema doppio”. Barbara Negri ha proseguito spiegando: “LICIAcube che è un cubesat evoluto ma dotato di altissima tecnologia, dovrà non solo capire qual è stato il luogo dell’impatto, quindi il cratere ma anche analizzare, con immagini, la dispersione delle parti che saranno state colpite. L’Agenzia spaziale italiana ha preso al volo questa grandissima opportunità di contribuire a uno dei campi più importanti del nostro futuro che è la Planetary protection; è una vera e propria esercitazione, per capire come si potrà implementare contromisure o, comunque, avere una conoscenza maggiore di quello che può accadere se saremo minacciati da traiettorie di asteroidi e meteoriti pericolose”.