La problematica relativa ai Green Pass falsificati ma comunque ritenuti validi non è da prendere sottogamba. Il mercato dei Green Pass illegali sta dilagando, anche grazie a dei sistemi di condivisione di file datati sebbene ancora funzionanti.
Uno di questi è il datatissimo eMule, il sistema di condivisione di file p2p che in passato veniva usato per scambiare musica in mp3, pratica allora ritenuta illegale, anche se in realtà non era nato solo con quello scopo.
Ma adesso è stato nuovamente tirato in ballo per diventare un punto di scambio di Green Pass originali da “passare” a chi non si è vaccinato, ma vuole lo stesso poter entrare in luoghi pubblici dove in realtà non potrebbero entrare in quanto non vaccinati.
Oltre 1000 Green Pass scambiati inconsapevolmente tramite eMule
Anche se non è semplice riuscire a capire come si sia sviluppata tutta questa storia, è chiaro che oltre 1000 persone in Italia hanno condiviso senza volere il loro Green Pass tramite la piattaforma di scambio eMule.
Potrebbero per qualche motivo averlo scaricato nel proprio device nella cartella “download” e poi magari condividendola con eMule: una leggerezza, più che un errore, di persone che non hanno una particolare conoscenza del mondo tecnologico e che non volendo hanno messo a disposizione di chicchessia il loro Geen Pass.
Questo tipo di file peraltro è facilmente reperibile dai “trafficanti” di Green Pass perché è rintracciabile facendo una ricerca con la stringa “dgc-certificate”. Però i file in questione non sono stati ancora annullati dall’ente certificatore e quindi, oltre ai legittimi possessori, anche chi non ne ha diritto continua a girare con un Green Pass di fatto illegale.
Infatti c’è chi ha deciso di farne un business e di scaricare in massa i Green Pass cercati su eMule e farne un file compresso contenente ben 1250 Green Pass funzionanti per chiunque. Basta richiedere un green pass che riporti una data di nascita che sia il più verosimile possibile alla propria età e l’hacker non farà altro che consegnarlo.
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Il problema, che ha dato la possibilità di far passare tutti questi Green Pass, è che quasi nessuno effettua un controllo incrociato anche sui documenti di identità, per verificare che il nome sia lo stesso di quello riportato sul certificato. Questo infatti renderebbe vana la commercializzazione di Green Pass falsificati.
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Attenzione dunque anche a dove vengono salvati i file sui propri computer, in quanto è possibile incappare in grossi problemi anche involontariamente.