Fuori tutti gli oneri non correlati al settore dell’energia elettrica. La Commissione Europea stima la scissione tra canone Rai e bolletta elettrica per il 2023.
Il canone della Rai è in bolletta dal 2017 per volontà del governo Renzi, con una riduzione dell’importo da 113,5 a 90 euro. Tale canone sarà nelle nostre bollette ancora per poco, o almeno fino a dicembre 2022. Da gennaio 2023 sarà come tornare indietro di 6 anni, proprio quando il canone Rai non era incluso nel servizio di elettricità. Questo perché nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), accordato con l’Unione Europea, sono previste delle misure per contenere i prezzi della bolletta energetica. Per queste ragioni l’Ue ha richiesto “l’eliminazione dell’obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non correlati al settore dell’energia elettrica”.
Il canone della tv di Stato, che riconosciamo come canone Rai, venne introdotto per contrastare l’evasione fiscale. Nell’arco degli anni, ci siamo resi conto che lo scopo è stato ben centrato. Infatti, già dal 2017, uscirono allo scoperto circa 5,6 milioni di evasori. Anche se da un lato ha favorito un piano anti-evasione, dall’altro nelle bollette degli italiani è stata, per anni, introdotta una voce che non ha nulla a che fare con l’energia elettrica. Si tratta, infatti, di una tassa sul possesso di un apparecchio televisivo domestico. L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di garantire la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell’energia elettrica, che riordinerebbe la concorrenza nel mercato dell’energia.
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Nel momento in cui l’Italia ha preso parte al programma del PNRR, si fa strada la richiesta di una maggiore trasparenza per le spese non incluse nel servizio delle forniture energetiche. Questa nota potrebbe cambiare i piani della Rai, anche se non abbiamo ancora conferme dell’eliminazione del tributo dalle bollette. I cambiamenti del canone, però, potrebbero proseguire, e tale criterio potrebbe essere esteso anche ai possessori di smartphone o tablet. E’ Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai, ad avanzare queste proposte. L’idea è nata per cercare di porre rimedio al calo degli introiti registrato dalla TV pubblica, alla diminuzione dei ricavi pubblicitari e commerciali. Al momento, però, la proposta di Fuortes, ha ricevuto i primi no dal mondo politico. Ritornando all’eliminazione del canone Rai, ulteriori novità potrebbero arrivare entro la fine dell’anno, con il varo del Decreto Concorrenza.
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