When Rivers Rise: How AI is helping predict floods. Ossia, Quando i fiumi salgono: come l’intelligenza artificiale aiuta a prevedere le inondazioni. E’ un video che Google stesso ha postato sul suo canale Youtube e visualizzato da oltre tre milioni di persone. A tre anni di distanza, l’Intelligenza Artificiale si è migliorata, anche se a oggi non può prevedere le catastrofi naturali.
Un bel passo in avanti, però, è stato compiuto dal colosso di Mountain View, che sfruttando proprio l’AI, è riuscito a sviluppare un sistema operativo di previsione delle inondazioni, con il fine di fornire avvisi precisi, in tempo reale, alle agenzie e al pubblico, con particolare attenzione proprio alle inondazioni fluviali in grandi fiumi.
In tre anni Google ha mostrato tutti i suoi miglioramenti in materia, durante l’evento online Inventors dello scorso 9 novembre. Sono figli di risultati di una ricerca accademica (non ancora sottoposta a revisione) condotta dall’Università di Gerusalemme e da Google Research, dove vengono illustrati i progressi compiuti. Che ne hanno beneficiato oltre 360 milioni di abitanti, in un’area fra India e del Bangladesh.
Google at work: quando il sistema si fa in quattro per l’umanità
Questo sistema di previsione sviluppato tre anni fa da Google è costituito da quattro sottosistemi: la convalida dei dati, la previsione delle fasi, modellazione delle inondazioni e distribuzione degli avvisi. L’apprendimento automatico viene utilizzato per due dei sottosistemi. La previsione a fasi è modellata con le reti Long Short-Term Memory (LSTM) e i modelli lineari.
L’inondazione viene calcolata con i modelli Thresholding e Manifold (appena presentato), dove il primo calcola l’estensione dell’inondazione e il secondo calcola sia l’estensione che la profondità dell’inondazione. Dalle parole ai fatti, il passo è breve.
Durante la stagione dei monsoni del 2021, il sistema di allarme alluvione di Big G ha coperto qualcosa come 287.000 km2, un’area che ospita, appunto, oltre 350 milioni di persone. Nel corso di questo triennio sono stati triplicati i numeri di avvisi inviati, raggiungendo quota 115 milioni, allarmi mandate alle popolazioni colpite, alle autorità competenti e alle organizzazioni di emergenza. Il tutto documentato attraverso il motore di ricerca, ottenendo in cambio informazioni visive che permettono di farsi un’idea dell’entità dell’inondazione e ricevendo consigli specifici per mettersi in sicurezza.
Il lavoro presente e futuro sul sistema includerà l’estensione della copertura ad altre località soggette a inondazioni, nonché il miglioramento delle capacità e della precisione di modellazione. “Già oggi sappiamo che le persone che ricevono gli avvisi hanno il doppio della probabilità di lasciare l’area per mettersi in salvo”. Spiega Sella Nevo, ingegnere di Google Research. “E già questo è un risultato incoraggiante”. Avanti così, senza fretta ma senza pausa.